Martina Ciontoli, condannata in via definitiva con la famiglia per la morte del fidanzato Marco Vannini, avrebbe voltato pagina iniziando una nuova vita in carcere. Secondo quanto riportato da Repubblica, in costanza di detenzione a Rebibbia avrebbe avviato una nuova storia d’amore e, tra le mura del penitenziario, avrebbe anche una cella con balcone. Anni dopo l’omicidio – avvenuto nel 2015 nell’abitazione dei Ciontoli a Ladispoli -, nel 2021 Martina Ciontoli ha incassato una condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione così come la madre, Maria Pezzillo, e il fratello, Federico Ciontoli. Diversa l’entità della pena a carico di Antonio Ciontoli, padre della ragazza accusato di aver sparato a Marco Vannini e condannato a 14 anni di carcere.



Da oltre un anno, quindi, i Ciontoli si trovano in cella e le giornate della ex fidanzata di Marco Vannini avrebbero ora un sapore nuovo. Secondo il quotidiano, dopo un primo approccio negativo alla detenzione, Martina Ciontoli avrebbe trovato il suo equilibrio anche grazie agli incontri con il nuovo fidanzato. Una relazione che, tra le detenute, avrebbe suscitato “tenerezza”. Così avrebbero commentato alcune, riferisce ancora Repubblica, l’inizio di un nuovo rapporto sentimentale per Martina Ciontoli.



Martina Ciontoli: nuovo fidanzato e cella con balcone in carcere

Martina Ciontoli avrebbe una nuova vita in carcere e trascorrerebbe la sua detenzione in una cella con balcone a Rebibbia. Lo stesso penitenziario in cui, seppure in parti differenti, sarebbero reclusi i suoi familiari. La madre, Maria Pezzillo, come lei nella sezione femminile, il padre, Antonio Ciontoli, nel nuovo complesso, e il fratello, Federico Ciontoli, a “Rebibbia reclusione”. Lo riporta Repubblica, che racconta in queste ore di un nuovo amore per l’ex fidanzata di Marco Vannini condannata con la famiglia per il suo omicidio. “Fanno tenerezza, si vogliono bene“: questo il commento di alcune detenute, riporta il quotidiano, davanti alla relazione tra Martina Ciontoli e il nuovo fidanzato. Oggi la giovane avrebbe ripreso a studiare e a lavorare.



La condanna definitiva a suo carico, come quella per i genitori e il fratello, è stata emessa nel 2021. In primo grado, il padre Antonio Ciontoli era stato condannato a 14 anni per omicidio volontario, a 3 anni Martina Ciontoli e gli altri parenti coinvolti per omicidio colposo. Una sentenza confermata in appello per questi ultimi, diversamente dal padre di Martina Ciontoli che in appello aveva incassato una riduzione di pena da 14 a 5 anni (con derubricazione del reato a omicidio colposo). La Cassazione aveva poi disposto un appello bis chiedendo di riconoscere l’accusa più grave – omicidio volontario – a carico dell’uomo. L’esito è stato il ripristino dei 14 anni per Antonio Ciontoli, riconosciuto responsabile di omicidio volontario con dolo eventuale, e una condanna a 9 anni e 4 mesi per moglie e figli, riconosciuto il concorso anomalo nel reato. Nel 2021, la condanna definitiva che ha chiuso il processo. L’unica modifica apportata dalla Cassazione, priva di effetti ai fini della determinazione della pena, ha riguardato la trasformazione del concorso anomalo in concorso semplice, “attenuato dal minimo ruolo e apporto causale”, in omicidio volontario.