Martina Patti, mamma di Elena Del Pozzo, ha raccontato di aver fatto tutto da sola: agli inquirenti ha spiegato di essere andata a prendere la figlioletta dall’asilo intorno alle 13 di lunedì scorso, di averla portata a casa ed averle dato da mangiare un budino mentre guardava dei cartoni animati. Quindi l’avrebbe riportata fuori casa in auto fino ad un campo, distante qualche centinaio di metri dall’abitazione e qui racconta di averla uccisa a coltellate.



A parlare ai microfoni della trasmissione di Rai3, Chi l’ha visto, è stato l’avvocato Gabriele Celesti, legale di Martina Patti, il quale ha asserito: “E’ una ragazza stravolta, scioccata. Una ragazza che forse sta piano piano acquisendo la consapevolezza di quello che ha fatto. Certamente lontana da quell’idea di fredda calcolatrice che in qualche maniera si è voluta tratteggiare”. Alla domanda su cosa sarebbe davvero accaduto, l’avvocato ha commentato: “Sembrerebbe che la signora abbia agito da sola, quindi senza l’aiuto, l’ausilio, la complicità di altri, anche nella fase successiva dell’occultamento del cadavere”. E sul motivo per il quale avrebbe agito, il suo legale ha proseguito: “Non ha saputo fornire indicazioni precise anche perché era in uno stato di annebbiamento, non era particolarmente lucida”.



Martina Patti, parla l’avvocato: si va verso la perizia psichiatrica?

Secondo il racconto reso agli inquirenti, Martina Patti avrebbe ucciso la figlia Elena Del Pozzo nel campo in cui poi è stata ritrovata cadavere. “Non in altro luogo”, ha precisato l’avvocato della giovane madre ai microfoni di Chi l’ha visto. “Tutto si sarebbe svolto all’interno del luogo dove poi venne rinvenuto il corpo”, sebbene la procura stia facendo tutti gli accertamenti del caso, sequestrando l’immobile al fine di fare luce sul luogo in cui si sarebbe compiuta l’azione omicidiaria.



L’avvocato Celesti ha inoltre spiegato che la sua assistita non avrebbe spiegato cosa sarebbe accaduto in casa dal suo ritorno dall’asilo insieme alla bambina al gesto drammatico. E sui sacchi neri e la pala rinvenuti, stando a quanto appreso dal suo legale “erano delle cose che erano di facile reperibilità presso l’abitazione della signora, quindi non erano degli oggetti ricercati con particolare cura o procurati chissà dove, però li ha portati con sè”. Inoltre, sulla storia del rapimento inventato da Martina, il legale ha commentato: “Non mi pare vi sia un aspetto su cui elucubrare particolarmente perchè la vedo più come un tentativo maldestro di una persona disperata, piuttosto che frutto di una pianificazione accusata”. Un commento, infine, sulla possibilità di richiedere una perizia psichiatrica: “sicuramente faremo visitare la signora da uno specialista per verificare se vi siano stati elementi di rilevanza psichiatrica che in qualche maniera possano avere influito, poi vedremo se è il caso di chiedere la perizia nell’immediatezza o in sede dibattimentale, a seconda di quello che sarà l’esito di questo primo esame da parte del nostro consulente”.