Dopo la decisione della Cassazione di annullare le assoluzioni e rinviare a nuovo processo Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, accusati di aver tentato di stuprare la studentessa Martina Rossi, morta dopo essere precipitata dal sesto piano di un hotel, è intervenuta la madre della giovane. La signora Franca Murialdo non perde le speranze di poter finalmente conoscere la verità almeno sul piano processuale perchè, dice, “la verità di quello che è stato fatto a mia figlia la conosco so, la conosciamo. È stata picchiata, prima. Lo dico, non perché sono una mamma disperata, ma perché ho visto il corpo di mia figlia. I lividi sulla bocca, la mandibola”.
A riferire le parole della donna è Fanpage.it in attesa del nuovo processo che si celebrerà a Firenze. “Bisognerà correre”, è stato il commento di papà Bruno in riferimento al rischio che questa accusa, come avvenuto per quella di ‘morte per altro reato’, mossa contro i due aretini rinviati a nuovo processo possa cadere ora in prescrizione. “Chiedo che finalmente il problema della violenza sulle donne venga affrontato in termini generali, così come quello della prescrizione, anche con un cambiamento politico”, è stato l’appello del padre di Martina, che ha ritrovato la fiducia dopo aver notato il modo in cui la Cassazione si è occupata del caso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
GENITORI MARTINA ROSSI “E’ STATA UNA LIBERAZIONE”
I genitori di Martina Rossi sono stati oggi in collegamento con il programma di Rai Uno, Storie Italiane, per commentare la notizia giunta ieri, il fatto che la Cassazione abbia deciso di annullare le precedenti sentenze di assoluzione nei confronti dei due ragazzi imputati, chiedendo quindi che si proceda ad un nuovo processo. Ovviamente soddisfatti papà Bruno e mamma Franca, che da nove lunghi anni chiedono giustizia per la propria figlia, e che chiedono di poter scoprire la verità: “Sono state valutate con grande attenzione tutte le orribili cose che sono state dette su Martina e che abbiamo dovuto subire, ascoltare, è stata una liberazione”.
L’inviato di Storie Italiane ha sottolineato come la Difesa sia stata molto dura nei confronti di Martina Rossi: “E’ stata offesa ancora una volta in quell’aula la dignità di mia figlia ma anche di noi genitori. Fosse stata come le altre avrebbe vissuto questa esperienza come un divertimento, sarebbe stata viva ora e invece no. L’hanno fatta passare come una colpevole quando in realtà era una vittima che ha rifiutato l’approccio di due ragazzi dopo che l’hanno aggredita”. La Difesa adesso ricorrerà in Appello e ci sarà quindi un altro processo, ma bisognerà fare in fretta in quando la prescrizione cadrà ad agosto del 2021: “Chiediamo che sia fatto presto – ha aggiunto papà Bruno – ma anche con grande attenzione, non si lascino cadere i tempi entro i quali non si può creare una punizione. Così la fine di Martina serva a scoraggiare questi ragazzi che continuano a seminare lutti in giro”. Mamma Franca ha aggiunto: “Di fronte alle domande fatte abbiamo ricevuto dei ‘non so’, ormai la storia processuale è nota, l’esito di ieri sera apre una grossa speranza, si faccia il più veloce possibile. Il 15 marzo riprende il processo a Genova degli altri due imputati per falsa testimonianza. Io continuo a sperare a chiudere giustizia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CASO MARTINA ROSSI, CASSAZIONE ANNULLA ASSOLUZIONI: NUOVO PROCESSO
La Cassazione annulla l’assoluzione per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, entrambi di 28 anni. Il 9 giugno 2020 la sentenza della Corte di appello di Firenze aveva assolto i due imputati, accusati di tentata violenza sessuale nei confronti di Martina Rossi. I giudici della Suprema Corte hanno accolto le richieste del procuratore generale Domenico Seccia, secondo il quale i giudici della Corte di Appello di Firenze erano prevenuti nell’intenzione di assolvere i due imputati. Ora, quindi, si andrà all’appello bis. “Hanno cercato di farla passare come una mangiatrice di uomini” ha dichiarato Franca, la mamma di Martina Rossi, al Corriere della Sera. In aula questa mattina non sono mancati momenti di tensione, in particolare quando la difesa degli imputati ha detto che la giovane era affetta da problemi psicologici e adottava un abbigliamento e comportamenti lascivi. Addirittura è stata addotta l’ipotesi che la ragazza si fosse buttata dal balcone perché respinta da Albertoni e Vanneschi. A udire queste parole la signora Franca, indignata, è uscita dall’aula.
MARTINA ROSSI, LA CASSAZIONE HA DETTO CHE NON SI È SUICIDATA
Quella sera del 13 agosto 2011 Martina Rossi era in vacanza, per la prima volta da sola, a Palma di Maiorca. Assieme a lei ci sono due amiche. Conoscono due ragazzi, gli aretini Albertoni e Vanneschi, e decidono di passare la serata insieme nella stanza 609 dell’albergo dove alloggiano le ragazze. Due cittadini danesi che si trovavano nella camera di sotto alla loro hanno raccontato di aver udito un urlo straziante squarciare il silenzio. Poi i passi veloci di qualcuno che correva lungo le scale. Infine la tragedia, Martina Rossi cade dal balcone della stanza al sesto piano. Morirà sul colpo. Il suo corpo è stato ritrovato senza indosso le ciabatte e i pantaloncini. Ma la polizia spagnola ha archiviato di tutta fretta il caso: si è trattato di suicidio. Questo verdetto che ha indignato i familiari, che si sono battuti strenuamente per chiedere giustizia. “Abbiamo sentito dire delle enormi falsità sul nostra figlia – ha dichiarato Bruno Rossi a Repubblica poco prima del verdetto della Cassazione – Che era drogata, che era depressa, che si era buttata giù per una delusione d’amore. Ma continuiamo a sperare”. Per il momento, la giustizia ha dato ragione ai familiari di Martina.