Ai due ragazzi condannati per la tentata violenza sessuale ai danni di Martina Rossi è stata concessa la semilibertà. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza di Firenze, che ha disposto questo regime di detenzione per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, ora trentenni. I due giovani di Castiglion Fibocchi (Arezzo), che erano stati condannati definitivamente dalla Cassazione a tre anni di carcere, avevano chiesto tramite i loro legali delle misure alternative, in particolare le difese di entrambi avevano chiesto la messa in prova ai servizi sociali.
Nell’udienza davanti al tribunale di sorveglianza, che si è tenuta il 29 settembre scorso, il procuratore generale aveva chiesto invece che venissero respinte tali richieste. Il tribunale ha deciso per la detenzione in regime di semilibertà e ieri, venerdì 7 ottobre 2022, la procura generale ha ricevuto la decisione, emettendo il provvedimento di esecuzione. Nel pomeriggio di ieri Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi si sono costituiti nel carcere di Arezzo.
PAPÀ DI MARTINA ROSSI “PROFONDAMENTE RATTRISTATO”
La decisione del tribunale di sorveglianza di Firenze non soddisfa la famiglia di Martina Rossi. “La semilibertà concessa agli assassini di mia figlia è un mezzo premio non meritato. Sarei stato più felice se fossero rimasti in carcere“, ha dichiarato Bruno Rossi, papà della studentessa genovese morta all’età di 20 anni il 3 agosto 2011, precipitando dalla terrazza di una camera d’albergo a Palma di Maiorca, in Spagna, nel tentativo di fuggire da una violenza sessuale.
“Mi chiedo: quali lavori potranno fare? Uno correva in moto, l’altro non mi risulta abbia mai lavorato“, ha aggiunto il genitore di Martina Rossi, come riportato da RaiNews, commentando la notizia della semilibertà concessa ad Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi. “Sono profondamente rattristato ma almeno non hanno avuto i lavori di pubblica utilità, anche perché non hanno fatto niente per meritarselo“, ha concluso Bruno Rossi.