La vicenda giudiziaria di Martina Rossi, la studentessa morta nel 2011 dopo essere precipitata dal sesto piano di un hotel di Palma di Maiorca per sfuggire ad uno stupro, ha un nuovo capitolo, definito «aberrante» dalla famiglia. Riguarda il grado di responsabilità della ragazza nella caduta mortale. Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due aretini condannati in via definitiva a tre anni per tentato stupro (prescritta invece l’accusa di morte come conseguenza di altro reato), nel processo civile in corso hanno chiesto che venga riconosciuto appunto un grado di responsabilità della 20enne di Genova.
Come evidenziato da Repubblica, la tesi è che fu anche colpa di Martina Rossi se scavalcò la ringhiera mentre scappava, cadendo poi nel vuoto. I legali hanno, quindi, avanzato l’istanza di una nuova perizia sulla caduta. La tesi della difesa è che ci fu un grado di responsabilità della ragazza nello scavalcare la ringhiera del balcone per sottrarsi alla violenza sessuale e poi precipitare. Il giudice si è riservato la decisione.
MARTINA ROSSI, IL PADRE: “I DUE CONDANNATI CONTINUANO A MENTIRE”
Stando a quanto riportato da La Nazione, è stata chiesta una seconda perizia per stabilire la corresponsabilità nella caduta a causa della balaustra, considerata troppo bassa. Anche in questo caso il giudice si è riservato la decisione. «È un’aberrazione dal punto di vista giuridico», ha dichiarato l’avvocato Alessia Baglioni, che con i colleghi Luca Fanfani, Stefano Savi ed Enrico Marzaduri, assiste i genitori di Martina Rossi. La famiglia della ragazza nel procedimento civile aperto al tribunale di Arezzo ha chiesto il risarcimento danni di un milione di euro ai due condannati, che sono in carcere dove scontano la pena definitiva in regime di semilibertà.
«Qualunque iniziativa stiano prendendo, sembra quasi che i due che hanno ucciso mia figlia, non meritino alcuna punizione. Ma questi ragazzi devono rispondere anche sul piano civile dopo che dal punto di vista penale le responsabilità sono già state appurate. Ma mia figlia è morta. La mia sensazione è che vengono fatti questi tentativi quasi come non fosse successo niente. Continuano a dire le stesse cose, continuano a mentire», il commento amareggiato del padre della vittima, Bruno Rossi, come riportato da Repubblica.