Per Martina Rossi quello di oggi potrebbe essere un altro giorno della verità. In Corte d’Appello, dopo la richiesta di conferma della condanna di primo grado da parte del sostituto procuratore Luciana Singlitico per Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, sono in corso le arringhe difensive degli avvocati Tiberio Baroni e Stefano Buricchi. Oggi dunque potrebbe essere il giorno del verdetto sulla morte della 20enne genovese precipitata da terrazzo di una camera di albergo a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. I giudici, se l’ora non sarà troppo tarda, si ritireranno in camera di consiglio da cui possono uscire con due soluzioni: la sentenza di secondo grado o la decisione di riaprire l’istruttoria, come chiesto dalle difese, per risentire i testimoni spagnoli. Ma c’è anche un terzo scenario, riportato da La Nazione: potrebbero essere accolte le eccezioni preliminari della difesa sull’utilizzabilità delle intercettazioni e sul ne bis in idem, nell’ipotesi che in Spagna ci sia stato già un verdetto assolutorio. Ma questo è un quadro al momento difficile da immaginare.



MORTE MARTINA ROSSI, ALBERTONI SI DIFENDE: “NESSUNA VIOLENZA”

Se invece ci fosse la sentenza, ci sarebbe un ventaglio di scenari ampio. Potrebbe essere confermato il verdetto di primo grado, assoluzione piena, derubricazione della tentata violenza sessuale di gruppo a violenza individuale del solo Alessandro Albertoni, l’unico che dopo quel 3 agosto 2011 a Palma di Maiorca portava i segni sotto forma di graffi sul collo. Ma in questo caso sarebbe prescritto il reato che resta. Queste comunque sono solo ipotesi. I due imputati comunque hanno ribadito la loro innocenza nel corso dell’udienza di questa mattina, attraverso dichiarazioni spontanee. Albertoni questa mattina ha sostenuto che Martina Rossi si sarebbe buttata dal balcone perché era in stato confusionale, dovuto all’assunzione di droga. «Avevamo fumato una canna» e «Martina non sapeva dove si trovasse né cosa stesse facendo», ha dichiarato il giovane, spiegando che era andato a chiamare le amiche della ragazza che alloggiavano nello stesso albergo perché preoccupato per le condizioni di salute della ragazza.

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