Martina Scavelli, arbitro di pallavolo, ha denunciato la pratica del peso della sua categoria e l’obbligo di rientrare in determinati parametri fisici: “Ho scritto un post indirizzato ad Egonu ed è stato un post che ha scosso un po’. La pallavola è sempre stata una passione nella mia vita, da piccola facevo mini volley, però non essendo brava ho pensato di fare l’arbitro. Nel 2010 sono diventato un arbitro regionale e nel 2017 sono diventato un fischietto nazionale, io sono calabrese di Catanzaro. A noi viene richiesto solo il certificato medico per poter lavorare”.
Martina Scavelli è mai stata insultata dagli spalti? “Si certo, gli insulti fanno parte dal nostro mondo, dovrebbero solitamente entrare da una parte e poi uscire dall’altra, ma l’insulto sulla fisicità ti offende. Io ho sempre combattuto contro il mio peso, faccio attività fisica, sono in cura con specialisti e ho diverse allergie alimentari”. Ci sono dei parametri fisici entro cui bisogna rientrare secondo la Federazione: “88 cm di circonferenza addominale delle donne, parametri dati dall’Oms. Serve per una tutela alla salute come dice la Federazione ma un arbitro di categoria inferiore non viene sottoposto a questi parametri. Io ero fuori di qualche kg e di 4 centimetri e mi era stato comunicato che dopo una gara sarei stato oggetto di un controllo medico. Psicologicamente sono stato devastata, interessava la mia circonferenza addominale e non la mia bravura”.
MARTINA SCAVELLI: “ERO NAUSEATA, IO SEMPRE PREPARATA…”
E ancora: “Ero nauseata, mi sono sempre preparata, ho cercato sempre di studiare… queste modalità sono discriminanti”. Martina Scavelli non si aspettava questa grande eco: “Io ho 200 amici sui social, il mio post era uno sfogo e da lì ho iniziato a volermi bene di più, vorrei essere giudicata per le mie capacità e non per i chilogrammi. Mi hanno ricondiviso il sindaco della città di Catanzaro e soprattutto Ivan Zeitzev e da lì solidarietà di migliaia di persone, uomini e donne vittime di questa norma, soprattutto di tante madri che dopo la gravidanza non sono più rientrare e si sono dovute dimettere”.
Martina Scavelli conclude la sua intervista con un appello: “Mi sarei aspettata un messaggio di solidarietà dalla Federazione, anche se le regole vanno rispettate. Hanno detto che sono disponibili e pronti a rispondere ad ogni esigenza di un tesserato ma per ora sono state solo parole”.