Il caso della giovane Martina Scialdone, uccisa dall’ex fidanzato Costantino Bonaiuti con un colpo d’arma da fuoco, continua a tenere banco nelle trasmissioni televisive. A “Ore 14”, per esempio, ha parlato l’avvocato difensore della famiglia della ragazza, Mario Scialla: “Il fratello di Martina è stato raggiunto da una sua chiamata, nella quale lei gli chiedeva di andare a prenderla – ha commentato il legale –. Lui è andato, ha colto una parte della discussione con l’omicida e Martina. È intervenuto, anche per sedare e risolvere con tranquillità la situazione venutasi a creare. All’improvviso, l’assassino ha estratto la pistola e ha sparato a Martina Scialdone, che è crollata tra le braccia del fratello. A quel punto, lui ha chiesto aiuto, è intervenuto un medico nelle vicinanze. Hanno praticato alla vittima il massaggio cardiaco, anche i soccorritori arrivati con l’ambulanza l’hanno eseguito a lungo, ma purtroppo lei è spirata tra le braccia del fratello”.



La testimonianza di quest’ultimo è stata trasmessa a “Pomeriggio 5”: “Quella sera, mia sorella Martina Scialdone mi ha detto che avrebbe incontrato Costantino Bonaiuti per chiudere definitivamente la relazione con lui. Alle 23.09 ho ricevuto una sua chiamata. Mi ha chiesto se potevo andare a prenderla, aveva un tono agitato. Tre minuti dopo mi ha richiamato dicendomi di non preoccuparmi, che sarebbe tornata da sola…”.



MARTINA SCIALDONE, L’AVVOCATO DEL KILLER: “VOLEVA SUICIDARSI”

Il fratello di Martina Scialdone ha quindi aggiunto: “Non mi sono fidato e sono arrivato davanti al ristorante. Ho sentito che lui la accusava di tradimento. Costantino tratteneva mia sorella per un braccio, cercavo di dividerli. In quel momento lui ha estratto una pistola e ha sparato, puntando all’altezza del petto di Martina, tra il torace e la spalla. Si è accasciata a terra, cercavo di mantenerla cosciente. Ho abbracciato Martina e ho sentito che era finita. Sono rimasto lì, con mia sorella tra le braccia. Mi sono sentito morire”.



A “La Vita in Diretta”, su Rai Uno, Fabio Taglialatela, l’avvocato del killer, ha però sottolineato che si sarebbe trattato di una tragica fatalità: “La nostra tesi si basa sul fatto che ci sono elementi che non collimano con quella che è la versione emersa. Purtroppo a sparare è stato Bonaiuti, tutta la famiglia Bonaiuti è addolorata e lo sono anch’io, questa è una tragedia. Tuttavia, Bonaiuti portava con sé l’arma non per uccidere la signora, ma per simulare – credo – un suicidio. Un gesto dimostrativo che pensava potesse fare colpo su questa povera vittima. La situazione – secondo il mio assistito – è degenerata quando è partito un colpo che ha ferito la ragazza. A dare un ausilio a questa versione è la traiettoria del proiettile obliqua: se l’omicidio fosse stato volontario, il proiettile avrebbe avuto una traiettoria diversa. Bonaiuti parla di scarrellamento anomalo dell’arma”.