A “Quarto Grado”, trasmissione di Rete 4 condotta da Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero, si è tornati a parlare del caso di Martina Scialdone, uccisa dall’ex fidanzato, Costantino Bonaiuti, con un colpo di pistola davanti al fratello Lorenzo. In studio è intervenuto il difensore di Bonaiuti, Fabio Taglialatela, il quale ha sostenuto la tesi del tragico incidente: “Se il mio assistito avesse voluto effettivamente ucciderla, l’avrebbe fatto molto tempo prima e lontano da occhi indiscreti. Lui, purtroppo, è stato vittima di un errato funzionamento dell’arma. Tutte le armi che sono state sequestrate a casa sua sono armi da tiro sportivo, in quanto lui è istruttore di tiro sportivo. Questo significa che le armi sequestrate erano inidonee all’uso che se ne voleva fare, perché da anni giacevano nell’abitazione”.



Il legale Taglialatela ha sottolineato che, dopo un lungo periodo di inutilizzo di un’arma, questa può avere un difetto di funzionamento. Sarebbe proprio ciò che è accaduto a Bonaiuti: Nell’estrarre la pistola, la sua arma ha scarrellato, è partito il corpo e si è conficcato nella spalla destra della povera Martina Scialdone, fuoriuscendo dalla schiena. Questo sparo è compatibile con il malfunzionamento dell’arma”.



MARTINA SCIALDONE, “PROIETTILE FUORIUSCITO DALL’ASCELLA E DAL POLMONE”

L’esame autoptico condotto sul corpo di Martina Scialdone, ha proseguito l’avvocato Taglialatela a “Quarto Grado”, ha dimostrato che i fori di entrata e di uscita “non sono assolutamente compatibili con un tentativo volontario di omicidio. Il proiettile è fuoriuscito dall’ascella e dal polmone, tanto che il nostro consulente di parte asserisce con chiarezza che la ragazza è morta di embolia polmonare”.

Per quanto concerne il comportamento successivo allo sparo da parte di Costantino Bonaiuti, il suo difensore ha evidenziato: “L’imputato non fugge, l’imputato va a casa. Quando arrivano i poliziotti, il mio assistito è con la valigia sulla porta per andarsi a costituire e non per scappare. Questo è scritto anche sul verbale. Premeditazione? L’arma non era stata portata in loco per offendere Martina Scialdone, tanto che suo fratello Lorenzo non ha visto estrarre l’arma, ha visto il colpo d’arma da fuoco, che è un evento imprevisto per lo stesso mio assistito”.