Se ci si sofferma un attimo dall’enorme “chiacchiericcio” della politica quotidiana, ci si può accorgere subito che non esiste ad oggi un politico che non si dica “liberale”. Ecco, poi si legge Antonio Martino – ex tessera n.2 di Forza Italia e parlamentare di lungo corso – e ci si rende conto che il 99% dei suoi presunti “colleghi” rimarrà molto distante. Intervistato da “La Verità”, l’attuale presidente onorario dell’Istituto Milton Friedman ‘spara’ a zero contro i principi alla base di provvedimenti come il Green Pass o il possibile obbligo vaccinale.
«Mi vaccinerò ancora se servirà, non perché creda che i vaccini siano la soluzione, quanto perché credo nei vaccini: le case farmaceutiche sono in concorrenza, motivate a essere efficienti per evitare danni derivanti da eventuali casi problematici. Questo non significa che ritenga sensata un’obbligatorietà del vaccino. Perché oggi è stata trovata la giustificazione per introdursi con il potere nelle nostre vite », spiega l’ex forzista contestando le disposizioni del Governo anche in materia di manifestazioni No Vax, «li hanno liquidati con “squadrismo fascista”, ma è una squallida panzana». Per carità, violenti neo-fascisti c’erano in piazza e aizzavano, ma non possono spiegare ondate di così alta partecipazione per così tanti mesi consecutivi: «Due dozzine di patetici nostalgici possono forse mobilitare migliaia di persone?». Per Martino, la questione della libertà è dirimente e centrale: ancora a “La Verità”, «Sì, io sono contrario a qualsiasi ingiustificata restrizione delle nostre libertà, piccole o grandi. Perché le libertà che si perdono raramente si riescono a recuperare. E la storia insegna che si smarriscono sempre poco per volta».
MARTINO E LE “CRETINATE” DEL POTERE
Con la consueta ironia sardonica, Antonio Martino punta il suo pensiero liberale sulle scelte fatte in emergenza Covid dal Ministro definito «Finché c’è vita» (ovvero, Speranza), «Obbligare le persone a fare ciò che è nel loro interesse è stupido e controproducente.
C’è l’idea che la salute non sia di nostra proprietà, ma dello Stato, che nella sua grandissima generosità si occupa di noi. Cretinate. Se io volessi vivere una vita spericolata, è un mio diritto. Se voglio essere il più malato del cimitero lo decido io». Se l’obbligo o il lockdown sono illiberali, figuriamoci quelli per alcune categorie e altre no: «lockdown per non vaccinati? Lo Stato calpesta i principi fondamentali del diritto. La mia laurea in giurisprudenza risale a 57 anni fa, ma mi pare di ricordare che l’uguaglianza sia uno di questi. È inaccettabile imporre obblighi a qualcuno, e diritti a qualcun altro». Martino spiazza tutti anche quando si definisce liberale, conservatore, rivoluzionario, riformista e pure progressista: il motivo? «La rivoluzione liberale è oggi più che mai necessaria perché abbiamo imboccato il sentiero della schiavitù. Ora siamo anestetizzati dagli slogan, che cercano di evitarci il trauma della perdita di libertà considerate fino a pochi anni fa intoccabili». Come diceva Baudelaire, «all’inferno si scende a piccoli passi…».