Si è chiusa definitivamente la triste vicenda sulla morte di Marzia Capezzuti con i funerali pubblici che si sono tenuti a Milano. La ragazza, che presentava un quadro psichiatrico complicato, non è stata correttamente presa in carico dallo Stato, lasciata in balia dei suoi aguzzini che l’hanno segregata e torturata fino alla morte al solo fine di estorcerle la (piccola) pensione di invalidità. La sua complicata storia è iniziata sette anni fa, quando venne chiusa in comunità per via dei suoi problemi, uscendone dopo aver compiuto 18 anni.



Nel 2014 Marzia Capezzuti avviò una relazione con un ragazzo conosciuto sui social, che in breve la traghettò direttamente all’inferno presentandola alla sua aguzzina. Nel 2016 venne ritrovata grazie a Chi l’ha visto, ma sembrava stare bene a casa del suo fidanzato. Questi, però, morì nel 2019 per problemi legati alla tossicodipendenza. Da lì tutto degenerò fino al tristissimo epilogo con la scomparsa definitiva della ragazza sul finire del febbraio 2022, denunciata dai suoi genitori, e il ritrovamento del corpo senza vita di Marzia Capezzuti pochi mesi dopo in un casolare poco distante da Pontecagnano.



L’avvocato della famiglia di Marzia Capezzuti: “Se le accuse vengono confermate significa che viviamo in una realtà spietata e senza cuore”

In manette per la morte di Marzia Capezzuti sono finite tre persone: Barbara Vacchiano (l’aguzzina madre dell’ex fidanzato), Damiano Noschese (suo marito) e il figlio 15enne della coppia, tutti ancora in attesa di un giudizio. Però, nonostante il processo sia ancora in corso, i genitori nei giorni scorsi sono riusciti, per l’ultima, terribile, volta a salutare la loro figlia, che non vedevano da quasi 2 anni e che sentivano, nell’ultimo periodo di vita, solo saltuariamente.



Presente al funerale di Marzia Capezzuti anche l’avvocato della famiglia Nicodemo Gentile, che ha rilasciato una breve intervista ai microfoni di Storie Italiane. “Una riduzione in schiavitù”, racconta con la voce rotta, “una vita distrutta… Se confermate le accuse attuate dalla procura, che hanno anche ridotto il carcere ad alcune persone, siamo in una realtà veramente primitiva e tribale, senza cuore e pietà. Una ragazza già di per sé fragile, utilizzata come bancomat, ridotta allo stato vegetativo per approfittare di questa pensione. Queste sono le ipotesi accusatorie che stiamo valutando”, sostiene l’avvocato della famiglia di Marzia Capezzuti, “speriamo di poter fare un processo in tempi rapidi”.