Storie Italiane torna ad occuparsi del caso di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese trovata senza vita in provincia di Salerno. Il programma di Rai Uno condotto da Eleonora Daniele, ha intervistato il sindaco di Pontecagnano, Giuseppe Lanzara, il comune dove la povera Marzia Capezzuti è stata uccisa dopo essere stata a lungo torturata: “La realtà ci racconta che sicuramente non è stato fatto il possibile altrimenti – spiega ai microfoni del talk di Rai Uno – non stavamo qui a discuterne a parlare, non avremmo avuto una comunità che si è stretta attorno ad un dolore enorme e inimmaginabile”.



Quindi il primo cittadino ha aggiunto: “La Procura deve fare il suo lavoro, deve scavare in maniera chiara se ci sono state responsabilità importanti, un conto è porsi delle domande e un conto è denunciare in maniera durissima questi casi e noi come amministrazione comunale siamo sempre in prima fila”. Vittorio Introcaso, inviato di Storie Italiane, ha però fatto notare che gli assistenti sociali erano venuti nella casa dove risiedeva Marzia Capezzuti: “Gli assistenti non avevano riscontrato casi di maltrattamenti altrimenti avrebbero immediatamente avvisato le forze dell’ordine per indagini successive visto che gli assistenti sociali non si occupano delle perquisizioni”.



MARZIA CAPEZZUTI, PARLA IL SINDACO DI PONTECAGNANO: “NEL MOMENTO IN CUI LA NOTIZIA E’ ARRIVATA…”

“Nel momento in cui l’unica notizia vera di maltrattamenti è arrivata, nello stesso istante in cui è arrivata la notizia di maltrattamenti, gli assistenti sociali hanno chiesto di attivare una denuncia ai carabinieri ed è partita la segnalazione alle forze dell’ordine – ha continuato il sindaco parlando del caso di Marzia Capezzuti – quando arriva la notizia di maltrattamento scatta lo step successivo che riguarda le autorità. Il lavoro è trasparente, la Procura indaghi e individui delle responsabilità se ci sono. Non ci sono persone che possono dirci se un lavoro sia stato fatto male o bene, lo può dire solo la Procura”.



Eleonora Daniele però controbatte: “Gli assistenti sociali sono andati in quella casa con i carabinieri e non hanno trovato Marzia”. Il sindaco ha risposto: “Gli assistenti sociali si recavano in questa abitazione per i minori della famiglia, Marzia non era seguita da un tutore, quindi se non la trovavano non dovevano attivare delle procedure. Ogni volta che hanno intervistato Marzia non hanno mai ravvisato elementi di maltrattamenti fisici ne psichici”.

MARZIA CAPEZZUTI, L’INTERVENTO DI ROBERTO ALESSI

Sulla vicenda Marzia Capezzuti è arrivato anche il parere puntuale di Roberto Alessi, che ha esternato il suo pensiero dicendo: “Se il Codice Rosso prevede l’intervento dopo 3 giorni ma ne son passati 12 è evidente che i carnefici hanno avuto il tempo per far sparire la prova del loro misfatto. Io apprezzo il sindaco che si è presentato alle telecamere ma in un’intervista ad altri quotidiani ha spiegato che Marzia era seguita dai servizi sociali mentre poc’anzi ha detto che i servizi sociali andavano in quella casa solo per i minori, dicendo inoltre che di più non si poteva fare. Di fronte ad un caso di questo genere così clamoroso e conosciutissimo nella cittadina di 25mila abitanti, ci sono responsabilità dirette anche degli assistenti. Capiscono che hanno tanto lavoro e che sono pochi – ha concluso Alessi – ci sono casi talmente tragici e drammatici in cui bisogna intervenire subito e 12 giorni sono un’assurdità”.