Marzia Capezzuti è stata uccisa dopo aver vissuto, nell’ultimo periodo della sua vita, un vero e proprio film dell’orrore. E’ questo il quadro scioccante che è emerso ieri in aula, quando ha parlato Stefania De Martino, avvocato dello sportello antiviolenza di Pontecagnano, in provincia di Salerno, dove appunto la povera Marzia è stata assassinata.
Alla sbarra, come ricorda Il Corriere della Sera, vi sono Maria Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, entrambi imputati con l’accusa di omicidio: Marzia Capezzuti è stata accolta nella loro casa, quella del suo ex fidanzato, ma ha finito per trovare la morte dopo anni di sevizie.
Stefania De Martino è stata la prima a denunciare nel 2021 quella situazione di grave pericolo, ma alla fine il suo grido non ha trovato risposta. Dormiva per terra la vittima, e per terra era anche costretta a mangiare, ha raccontato De Martino riferendosi alla vita terribile di Marzia Capezzuti.
MARZIA CAPEZZUTI: RINCHIUSA IN UNO SGABUZZINO E PICCHIATA
A volte la Vacchiano le urinava addosso, e la giovane ragazza era costretta a bere la pipì. Spesso e volentieri la torturavano spegnendole addosso le sigarette. La 29enne veniva rinchiusa in uno sgabuzzino, e ogni giorno la massacravano di botte. De Martino ha avvisato più volte sia i servizi sociali quanto i carabinieri, e lo stesso aveva fatto anche Giuseppe Liguori, dopo aver appreso delle torture da parte di un’altra coppia.
Una vicenda terribile quella della povera Marzia Capezzuti, una storia di violenza, di vessazioni fisiche e psicologiche brutali, ma anche di abbandono: chi doveva intervenire perchè non lo ha fatto? E’ probabile che dopo la condanna nei confronti dei due aguzzini qualcuno possa andare a risalire a chi ha voltato la testa dall’altra parte, non intervenendo in una situazione che a detta di molti abitanti di Pontecagnano, era ben nota da tempo.
MARZIA CAPEZZUTI: UNA VITA DIFFICILE CONCLUSA NEL DRAMMA
Una vita segnata sin dai primi anni di quella di Marzia Capezzuti, che aveva vissuto in una casa famiglia dopo il divorzio dei suoi genitori. Nel 2017, dopo essersi innamorata di Alessandro, fratello di Maria Barbara Vacchiano, si era trasferita nel salernitano, ma nel 2019 il compagno morì, deceduto per un overdose e cadavere ritrovato a Napoli. L’ennesimo duro colpo per la 29enne di Milano, ma il peggio purtroppo doveva ancora arrivare.
Marzia Capezzuti decise infatti di restare a vivere dalla “cognata” nonché il marito, probabilmente scambiando un’accoglienza in uno sfruttamento, visto che la coppia era più interessata alla pensione di invalidità della giovane, riconosciuta come invalida per un ritardo mentale.
In carcere, già condannato, vi è il figlio di Barbara e Damiano, all’epoca dei fatti 15enne, dopo che lo stesso aveva detto alla sorella in un video che avevano strangolato Marzia Capezzuti: a breve sarà raggiunto dai genitori, per cui si prospetta una lunghissima pena, come è giusto che sia.