Anna Vacchiano, figlia della donna in carcere con l’accusa di un ruolo nell’omicidio di Marzia Capezzuti, Barbara Vacchiano, prima degli arresti della madre, del fratello minorenne e del marito della donna, Damiano Noschese, aveva affidato ai microfoni di Chi l’ha visto? un’intervista dal tenore sconvolgente in cui si ripercorrono i maltrattamenti e le torture subite dalla 29enne nella casa della sua famiglia a Pontecagnano Faiano (Salerno). La giovane, secondo il gip l’unica del nucleo familiare ad avere un “rigurgito” di pietà, avrebbe dato un importante impulso alle indagini sulle violenze denunciando i parenti a ridosso della scomparsa di Marzia Capezzuti.



Oggi ha 22 anni e racconta cosa sarebbe successo tra quelle mura, un racconto dell’orrore che si somma a quello di alcuni testimoni e che descrive un quadro di atrocità davvero impressionanti. Marzia Capezzuti sarebbe stata costretta a mangiare mozziconi di sigaretta, ad usare il pannolone perché ormai incapace di gestire i propri bisogni fisiologici a causa delle violenze subite, torturata e percossa, marchiata a fuoco con le iniziali V e B (“Vacchiano Barbara“, ha affermato un testimone), legata e rinchiusa in uno sgabuzzino, senza denti perché le sarebbero stati “tirati con una pinza” dai presunti aguzzini. “L’orco cattivo non è solo mia madre“, ha dichiarato Anna Vacchiano, sottolineando un punto di vista inquietante sulla vicenda di Marzia Capezzuti: “È meglio sottoterra che in quella casa“.



Anna Vacchiano sul calvario di Marzia Capezzuti: “Un episodio fu il punto di non ritorno”

L’intervista che Anna Vacchiano ha rilasciato a Chiara Cazzaniga per Chi l’ha visto? è stata registrata tempo fa, ma non è mai andata in onda per il timore che i parenti, allora ancora a piede libero, potessero scoprire che a denunciarli era stata lei. Ora che sua madre, Barbara Vacchiano, il marito Damiano Noschese e il loro figlio minorenne sono stati arrestati con pesantissime accuse in merito alle torture inflitte a Marzia Capezzuti e alla sua morte, la trasmissione di Federica Sciarelli ha diffuso il contenuto delle sconvolgenti dichiarazioni della 22enne. Anna Vacchiano non ha dubbi: “Meglio sottoterra che in quella casa“. Parole che arrivano a dipingere un quadro di orrori che lo stesso gip Alfonso Scermino, nelle 283 pagine di ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei tre indagati, avrebbe descritto come “un abominio” arrivando a definire la drammatica sorte imposta a Marzia Capezzuti come “soluzione finale” all’esito di una spirale agghiacciante di violenze e indifferenza.



Un episodio, ha dichiarato Anna Vacchiano, l’avrebbe spinta al “punto di non ritorno” determinandola a denunciare la famiglia e quanto si sarebbe consumato per mesi tra le mura della casa dei Vacchiano: “Le hanno fatto ingerire un mozzicone di sigaretta“. “L’orco non è solo mia mamma, qua siamo un po’ tutti orchi. Pure io, perché Marzia poteva essere salvata (…) Era una ragazza gentile, non meritava. Io non l’ho mai toccata con un dito, non so cosa è successo nell’ultimo anno perché non vivevo più lì. Chiedo scusa da parte di mia madre, ma le scuse non servono a nulla perché nessuno potrà riportare indietro Marzia. Se si deve pagare per ciò che è stato fatto – ha proseguito la 22enne figlia di Barbara Vacchiano -, per gli abusi, per i maltrattamenti, per le violenze, per l’omicidio, devono pagare, si deve pagare. Io non sono per la legge, perché la mia famiglia è pregiudicata a partire dai primi a scendere, ma sono per le cose giuste. Chiunque sia stato pagherà“.

L’orrore vissuto da Marzia Capezzuti nel racconto di alcuni testimoni

Diverse persone, dopo Anna Vacchiano, hanno raccontato che Marzia Capezzuti avrebbe vissuto un vero e proprio inferno tra le mura dell’abitazione di Barbara Vacchiano e del marito Damiano Noschese. La coppia è finita in carcere insieme al figlio minorenne,  14 anni all’epoca dei fatti, con pesantissime accuse in merito alle torture e al delitto della 29enne milanese scomparsa il 6 marzo 2022 a Pontecagnano Faiano e trovata cadavere il 25 ottobre scorso in un casolare. Lo stesso ragazzino, oggi 15enne, secondo gli inquirenti avrebbe reso una confessione alla sorella maggiore Anna durante una videochiamata via social, nella quale avrebbe riferito le modalità con cui Marzia Capezzuti sarebbe stata uccisa (L’abbiamo finita, l’abbiamo strozzata).

Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa pochi giorni fa dal gip di Salerno, Alfonso Scermino, si legge un passaggio chiave riportato da Chi l’ha visto?: “Gli indagati maltrattavano, torturavano e uccidevano una povera ragazza disabile con una crudeltà che lascia sconcertati“. Nell’estate 2020, una vicina di casa dei Vacchiano avrebbe assistito ad una scena: “Marzia venne aggredita da Barbara in mezzo alla strada con schiaffi, mentre veniva picchiata la ragazza urlava ‘Chiamate i carabinieri!’, poi Barbara la spinse dentro casa sua. Qualche giorno dopo chiesi a Marzia perché non se ne andasse e mi disse che Barbara le aveva tolto i documenti“. La donna avrebbe fatto una telefonata anonima ai Carabinieri di Battipaglia raccontando quelle violenze, precedendo di circa un anno la telefonata che un’altra vicina avrebbe fatto ai militari – nel novembre 2021, secondo la trasmissione di Federica Sciarelli – per raccontare di una giovane picchiata selvaggiamente nella zona. Un’altra donna avrebbe poi raccolto le preoccupazioni di Anna Vacchiano e altri due giovani che frequentavano la casa sulla situazione di Marzia Capezzuti, e si sarebbe rivolta al centro antiviolenza: “Mi chiedevano aiuto, mi dissero che la giovane versava in condizioni di salute pietose. Indossava dei pannoloni, non riusciva nemmeno a fare la pipì da sola“.