Gli indagati per il caso di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese scomparsa un anno fa da Pontecagnano Faiano (Salerno), sono sette e tra questi, sospettati a vario titoli dei reati di omicidio, sequestro di persona, occultamento di cadavere e maltrattamenti, alcuni parenti dell’ex compagno della giovane con cui avrebbe vissuto anche dopo la morte di quest’ultimo. Le analisi condotte dagli inquirenti sulle tracce rilevate nel casolare in cui sarebbe stato trovato il corpo, riporta il settimanale Giallo, potrebbero portare ad una svolta e il cerchio si potrebbe chiudere a breve intorno al profilo dei presunti responsabili.



Al vaglio degli investigatori anche una cartuccia rinvenuta nello stesso stabile – che risulterebbe compatibile con quanto nelle disponibilità di un indagato – e i telefonini. La memoria dei dispositivi potrebbe consentire di aggiungere preziosi elementi alla ricostruzione dei fatti e la chiusura delle indagini sarebbe ormai vicina. Secondo la Procura di Salerno, Marzia Capezzuti sarebbe stata maltrattata e segregata, infine uccisa e fatta sparire con l’obiettivo di intascare la sua pensione di invalidità. Uno scenario su cui la famiglia della vittima chiede sia fatta piena luce, convinta ormai che la giovane figlia sia finita nelle mani di un gruppo di persone senza scrupoli fino al drammatico epilogo: la morte.



Marzia Capezzuti: l’impronta di una mano nel casolare dove fu trovato il corpo

La svolta nel giallo di Marzia Capezzuti potrebbe passare attraverso l’analisi di una impronta di mano rilevata in una parete del casolare teatro del ritrovamento del corpo. L’ipotesi è che possa essere la traccia dell’assassino. Nello stesso luogo, inoltre, era stata rinvenuta una cartuccia e anche questo elemento potrebbe portare a una svolta mentre si attende la conclusione delle indagini, ormai imminente. Gli indagati hanno sempre respinto un coinvolgimento nella vicenda della 29enne, scomparsa nel marzo 2022 da Pontecagnano Faiano in costanza della convivenza con alcuni parenti del fidanzato defunto.



Ma diverse testimonianze hanno acceso luci sinistre intorno alla vita che Marzia Capezzuti avrebbe fatto nel Comune campano in cui, secondo la Procura, avrebbe trovato la morte. Diverse persone, infatti, parlano di una ragazza vessata e costretta a un ‘esistenza di stenti e privazioni, segregata in casa e trattata da schiava. In una occasione, un uomo avrebbe persino fotografato il volto di Marzia Capezzuti completamente coperto di lividi e ferite da presunte percosse. “Vogliamo sapere cosa è successo, chi sa parli“, continuano a chiedere i genitori della giovane nei loro ripetuti appelli ai microfoni di Chi l’ha visto?. Una richiesta finora caduta nel vuoto.