Recentemente ci sarebbe stato un piccolo sviluppo nel caso, terribile, di Marzia Capezzuti. Dopo tre mesi dal ritrovamento del suo corpo nel casolare vicino a Salerno, ieri sono iniziate le rilevazioni della scientifica, su richiesta del professore Alessandro Santurro. A lui, entro due mesi, spetta depositare la relazione finale sui resti della donna e queste rilevazioni sarebbero funzionali proprio alla relazione. Lo spiega lo stesso Santurro, il gip che segue il caso di Marzia Capezzuti, ai microfoni di Chi l’ha visto, “stiamo effettuando tutti gli accertamenti necessari e non abbiamo altro da dichiarare”, sostiene lapidario.
I familiari di Marzia Capezzuti: “Non dimenticatela”
E sempre durante la diretta di Chi l’ha visto sono stati anche intervistati i parenti di Marzia Capezzuti. “Un giorno diventa come dieci, è pesante perché non abbiamo giustizia, è solamente sapere una notizia dopo l’altra di cose disumane. Sapere che chi le ha fatto del male ride, vive, va in giro, stanno vivendo la libertà, mentre noi viviamo la condanna che loro ci hanno dato. Ci stanno avvelenando perché siamo qui a ricordare una persona, una figlia, che sorrideva. Sono tutti liberi”, coloro che hanno fatto del male a Marzia Capezzuti, “non meritava una fine così, mi chiedo sempre quale cosa abbia potuto fare a questa famiglia per ridurla così”.
“Il modo in cui è morta, come è vissuta e come l’hanno trovata è inaccettabile”, spiega la madre di Marzia Capezzuti, Laura. “Siamo noi in galera. La sogno tutte le notti, la vedo e la chiamo e lei scappa, a volte la sogno con il viso bello com’era lei. Altre volte la sogno con il volto della foto del cadavere. Cerco di resistere perché voglio combattere e non buttarmi giù del tutto. Che bisogno c’era di fare una fine così brutta? Le vuoi rubare i soldi, va bene, ma che bisogno c’era?”. “È chiaro che la giustizia ha dei tempi e delle esigenze diverse di noi che vogliamo giustizia e che i responsabili vadano in galera”, interviene il padre di Marzia Capezzuti, Ciro, “questo lo capiamo, fino ad un certo punto, ma lo capiamo. Mi è capitato di pensare di lasciarmi andare, tanto più che non mangio, caffè e sigarette. è da giugno che ho iniziato questa dieta, come posso dire, depressiva, e poi il colpo finale è quando siamo andati lì, è stato veramente devastante. Non voglio che Marzia venga dimenticata, anche se è un caso troppo grave che non verrà dimenticato. Siamo persone fragili e deboli, e vogliamo solo giustizia”.