Le indagini sulla scomparsa e la morte di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese uccisa a Pontecagnano Faiano (Salerno) in costanza della convivenza con i parenti del compagno defunto (alcuni dei quali arrestati pochi giorni fa), proseguono a ritmo serrato. L’attività investigativa sarebbe giunta ad un punto di svolta con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Barbara Vacchiano (cognata della vittima), di Damiano Noschese (marito della donna) e del loro figlio minorenne (14 anni al momento dei fatti contestati), ritenuti dagli inquirenti coinvolti nell’atroce tessuto di maltrattamenti, sfociati in vere e proprie torture, che la ragazza avrebbe subito tra le mura di quella casa senza che nessuno intervenisse.



L’ultimo avvistamento di Marzia Capezzuti risale al 7 marzo 2022, giorno precedente al suo compleanno in cui qualcuno dei residenti della zona l’avrebbe notata uscire dall’abitazione insieme ai tre indagati che oggi si trovano in carcere. Nell’inchiesta sull’omicidio di Marzia Capezzuti altri tre nomi iscritti nel registro notizie di reato per un presunto ruolo, a vario titolo, nella vicenda che avrebbe visto la 29enne precipitare in un vortice di violenze indicibili prima di essere assassinata. Una testimone, riporta Ore 14, ha raccontato le ultime ore di Marzia Capezzuti prima della sparizione e spunta un’atroce ipotesi sul movente: secondo quanto ricalcato nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dei tre indagati, riportata dalla trasmissione di Milo Infante, dietro il delitto si profilerebbe lo spettro della gelosia. In sede di indagini, infatti, gli inquirenti avrebbero raccolto la testimonianza di un detenuto, compagno di cella del figlio maggiore di Barbara Vacchiano, Vito (attualmente recluso per essere evaso dai domiciliari a cui era sottoposto per un’altra vicenda), al quale il giovane avrebbe rivelato di presunti rapporti intimi tra il marito della madre, Damiano Noschese, e Marzia Capezzuti. La scoperta di questa situazione da parte di Barbara Vacchiano, avvenuta qualche giorno prima della scomparsa, secondo il racconto avrebbe innescato l’ira e la furia omicida della donna.



Il racconto di una testimone sulle ultime ore di Marzia Capezzuti

Una donna avrebbe visto Marzia Capezzuti a casa dei Vacchiano alcune ore prima della scomparsa. Le avrebbe promesso di portarle della cioccolata e delle mimose per l’8 marzo, giorno della Festa della donna e del compleanno della 29enne, ma non l’avrebbe trovata nell’abitazione. Barbara Vacchiano avrebbe riferito alla testimone che Marzia Capezzuti era tornata a Milano dai genitori, spegnendo così la curiosità della stessa su dove si trovasse la ragazza. Poche ore prima, avrebbe sentito Barbara Vacchiano dire a Marzia Capezzuti che l’avrebbe accompagnata a prendere un treno per andare dalla madre. Un “inganno”, secondo la ricostruzione, che sarebbe servito a Barbara Vacchiano e al marito, Damiano Noschese, per portare la 29enne fuori dall’abitazione e condurla nel luogo in cui poi sarebbe stata uccisa.



Il cadavere di Marzia Capezzuti sarebbe stato ritrovato soltanto sette mesi più tardi, il 25 ottobre scorso, in avanzato stato di decomposizione all’interno di un casolare abbandonato a pochi chilometri dal teatro dell’ultimo avvistamento a Pontecagnano Faiano. Sul corpo, ridotto ad uno scheletro, i segni di una violenza inaudita. La giovane aveva i pantaloni del pigiama abbassati, costretta a usare un pannolone, alcuni denti strappati con delle pinze. Nel quadro dell’orrore anche l’ipotesi che la vittima fosse stata marchiata a fuoco con le iniziali B e V, che rimanderebbero al nome Barbara Vacchiano.