Il papà di Marzia Filpo, Tonino, ospite di Uno Mattina racconta il sacrificio della figlia, morta per aver deciso di continuare la gravidanza e interrompere le cure per un tumore: “Marzia era la terza di tre figli, quella più decisa. Già da piccola lei non si faceva chiamare ‘femminuccia’ perché era riduttivo allora aveva inventato la parola ‘maschietta’. Lei ammirava molto il fratello, che era più grande. Era una donna decisa e forte” racconta il papà.
La donna, nel 2012, al quinto mese di gravidanza ha scoperto di avere una recidiva di un tumore: per portare avanti la gravidanza ha deciso di andare avanti nella gestazione, interrompendo le cure. “Un giorno andava alla Sapienza dagli oncologi, che le dicevano che doveva operarsi e fare la chemio e operarsi. Mentre un altro andava dai ginecologi che le dicevano che il figlio, Tommaso, non era ancora formato e non poteva nascere. La sorella e il marito lo sapevano, a noi genitori non lo aveva raccontato. È stata una scelta libera, si è affidata completamente alla provvidenza. A sette mesi e mezzo è stato fatto nascere Tommaso, sanissimo” spiega il padre.
Marzia Filpo, il papà: “Aveva una grande fede”
Dopo aver partorito, Marzia Filpo “ha ripreso le cure, ha fatto la chemio, la radio, l’operazione. A tre anni e dieci mesi dalla nascita del figlio, lei non ce l’ha fatta più e ha dovuto lasciare tutto: ma lei non ci ha mai fatto capire che fosse alla fine”, come racconta il papà Tonino a “Uno Mattina”. La donna aveva una grande fede: “Già tra la prima comunione e la cresima aveva accarezzato il sogno di dedicarsi a Dio. Poi ha continuato gli studi, si è iscritta all’università, ha cominciato a lavorare e si è fidanzata con un collega e nel 2010 si è sposata”. La famiglia di Marzia Filpo ha iniziato il processo di beatificazione: “Abbiamo iniziato a raccogliere le testimonianze e le abbiamo consegnate al Vescovo, che quando ha ricevuto le prime ha spiegato che pensava potesse andare avanti“.