Marzia Filpo, un gesto di profondo amore

Marzia Filpo è stata un primario radiologo classe ’77, originaria di Cannalonga nel Cilento, che ha preferito salvare la vita del figlio sacrificando la sua. Quella di Marzia è una storia profondamente toccante infatti quando ha scoperto di essere incinta era gravemente malata. La gioia per la gravidanza è durata poco, essendosi trovata dunque di fronte ad un bivio in cui scegliere se salvare la propria vita o quella del nascituro, non ha pensato due volte a prediligere quella del figlio sebbene sapesse bene a cosa stesse andando incontro in quanto era un primario radiologo al San Raffaele di Monte Compatri.



L’iter per curare il grave male infatti prevedeva forti terapie che avrebbero messo in grave pericolo la vita del figlio motivo per cui ha deciso di interrompere completamente l’assunzione di farmaci. Tommaso, questo il nome del figlio, è nato ad Agosto del 2010, la mamma, Marzia ha combattuto con tutte le sue forze per contrastare quel grave male che però, senza alcun supporto farmaceutico, dopo sei anni di agonia, l’ha portata alla morte nel giugno del 2016 a soli 39 anni. Dopo pochi mesi, a causa dello stesso male morì anche la sorella. La famiglia immersa in un atroce dolore si è affidata alla fede per continuare ad andare avanti. Visto il profondo gesto di amore, è stato annunciato dal vescovo di Vallo della Lucania, l’avvio del processo di beatificazione della donna.



Si va verso la beatificazione di Marzia

Si dà il via al processo di beatificazione per Marzia Filpo, il primario radiologo che ha deciso di interrompere le cure per il suo grave male per non mettere a repentaglio la vita del figlio che sarebbe dovuto nascere. All’età di 39 anni, dopo sei anni di lunga agonia, è morta. Il vescovo di Valle della Lucania, Vincenzo Calvosa, ha annunciato durante una cerimonia in ricordo della giovane donna, che sarà avviato il processo per la beatificazione della stessa.

Il vescovo, come riporta il Corriere della Sera, descrive quanto fatto dalla donna come un gesto di profonda fede, generosità e sacrificio, continua dicendo «In un momento in cui la cronaca ci racconta di piccoli innocenti uccisi anche per mano delle proprie madri – ha ribadito il vescovo – abbiamo il compito di far conoscere la sua storia a quante più persone possibile, perchè il suo grande esempio d’amore per la vita è di fondamentale importanza. Marzia non ha esitato a donare la sua vita per salvare quella di suo figlio». Quella di Marzia è la storia di una donna dotata di un profondo senso materno che ha preferito soffrire, sapendo a cosa stesse andando incontro. In un momento in cui sono sempre più frequenti i casi di abbandono o omicidio di neonati da parte delle madri, quello di Marzia è un gesto che deve servire da monito.