Marzia, parla la ex di Alessandro: “Mi faceva prostituire”

Ancora nessuna traccia di Marzia Capezzuti, la giovane scomparsa nel nulla da Pontecagnano oltre un anno fa. Per la vicenda sono indagate cinque persone a piede libero con le ipotesi di omicidio e occultamento di cadavere. Alessandro, suo fidanzato, forse l’avrebbe costretta a prostituirsi. L’idea è nata dopo aver ascoltato la testimonianza di una ex dell’uomo, che ha raccontato come fosse costretta a lavorare per dare i soldi alla famiglia e ad andare con altri uomini.



La donna, a Storie Italiane, ha raccontato: Alessandro mi ha fatto prostituire a Salerno, sul lungomare. Stavo lì, si fermò una guardia in borghese, mi mise in macchina facendo finta che era un cliente. Mi diede 10 euro, mi disse di prendere il primo pullman e andarmene. Alessandro faceva cose quando si lasciava con me, si tagliava le vene, l’ho portato al Sert. Ha preso uno sciroppo che andava preso ogni 4 ore, poi si è bevuto la birra, è andato in coma. Botte, calci a non finire… Ho perso la memoria per le botte che avevo preso. Quando mi sono svegliata pensavo di avere una figlia. Barbara non mi menava, solo Alessandro. Voleva soldi, dovevo prostituirmi. Con Barbara erano solo litigi a parole. In quella casa comandava Barbara”.



Parla da ex di Alessandro: “Avrei potuto fare la fine di Marzia”

La giovane, ex di Alessandro, ha raccontato a Storie Italiane: “Tramite una persona ho chiesto aiuto e mi sono salvata. Lui venne con un amico e voleva far pace ma io dissi di no. Questo amico mi portò in un posto e mi violentò. Non volevo più avere a che fare con quel posto, con Pontecagnano. Io mi guadagnavo i soldi e lui li voleva sempre. Ci trattavano come schiave. Poi Alessandro dopo di me conobbe pure una signora, visto che lei non voleva prostituirsi la lasciò. Una sera questa signora l’ha picchiato bene e lui non si è più avvicinato a lei”.



L’avvocato che si sta occupando della storia di Marzia ha raccontato: “Io ho ricevuto delle telefonate anonime. Se queste persone si fossero presentate dai carabinieri, forse non parlavamo di Marzia come una donna morta. Io dopo cinque telefonate, mi sono recata dai carabinieri”.