A Un Giorno da Pecora si sa, i toni e le libertà degli intervistati sono sempre più “larghi” del consueto (ed è il motivo per cui il programma piace e interessa, pur rimanendo su un tono sempre molto scanzonato e satirico): Marco Rizzo deve averlo capito subito e si è adeguato alla grande sparando a zero, da comunista qual’è, contro tutti quei “finti comunisti” che emergono sempre di più in questo periodo in cui l’antifascismo (a parole) va per la maggiore. Segretario del Partito Comunista e candidato alle europee, Marzo Rizzo esordisce così davanti ai microfoni di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro: «Roberto Saviano e Fabio Fazio sono radical da tastiera, altro che sinistra..» attacca il comunistissimo politico, e incalza «sta in un attico a New York a dire cose senza senso, banali, non mi piace assolutamente è non è di sinistra». In merito alle polemiche sul Salone di Torino e all’esclusione del “fascista” editore di Altaforte (poi però applaudivano l’ex brigatista Faranda, ndr), ancora Rizzo sorprende per l’originalità del suo pensiero, pur da uomo di estrema sinistra: «Qui ci sono tanti antifascisti da passerella. Il neofascismo si combatte stando nelle periferie e parlando di lavoro con la povera gente».



MARZO RIZZO CONTRO TUTTI: “PD E L’ANTIFASCISMO DA PASSERELLA”

«Se si pensa di fare gli antifascisti cantando ‘Bella Ciao’ al Salone del Libro e basta, si fa dell’antifascismo da passerella, alla Pd», attacca ancora Rizzo a Un Giorno da Pecora, ribadendo come il vero male del giorno d’oggi non è il fascismo o presunto tale bensì il mercato. «Il mercato, l’idea che una società debba basarsi sui soldi, è questo il male assoluto della contemporaneità»; certo, gli fanno notare come il socialismo abbia fallito praticamente dovunque, come a Cuba. Qui Rizzo ha uno scatto d’orgoglio e rilancia «Vi spiego una cosa. Come l’Italia si confronta con paesi europei come la Germania, Cuba si confronta con paesi del centro America, come Haiti. E chi va li si rende conto che si sta molto peggio ad Haiti che a Cuba». Passaggio molto ironico (o iconico, scegliete voi, ndr) quando Rizzo si scaglia nella critica contro la Apple – «Bisogna far si che non ci sia quella concentrazione di ricchezze delle singole persone, come avviene, ad esempio, per il ‘signor Apple’…» – ma i conduttori gli fanno notare che lui possiede un iPhone. «E allora cosa vuol dire? Eppoi il mio è crepato..».

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