Il Codacons ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro l’obbligo delle mascherine a scuola: l’atto è stato formalmente depositato nella giornata di venerdì, con annessa richiesta di sospendere gli atti governativi che impongono agli studenti di usare il dispositivo di protezione individuale sino all’ultimo giorno dell’anno scolastico corrente. Secondo il Codacons, si tratta di una “manifesta sproporzione del provvedimento e illegittima disparità di trattamento tra luoghi pubblici”, dal momento che nei luoghi di lavoro, pubblici e privati, eccezion fatta per ospedali e Rsa, non è stato prorogato l’obbligo di utilizzo delle mascherine.



E, se è vero che i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso delle mascherine a scuola e per lo svolgimento delle attività sportive è prevista un’esenzione, in tutti gli altri casi gli studenti, gli insegnanti e il personale Ata saranno comunque obbligati a indossare la mascherina negli spazi chiusi delle scuole sino all’ultima campanella di giugno, che sancirà l’arrivo delle vacanze estive.



MASCHERINE A SCUOLA, CODACONS RICORRE AL TAR: “ILLEGITTIMA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO TRA STUDENTI E LAVORATORI”

Come si legge nel ricorso al Tar del Lazio depositato dal Codacons sull’obbligo di mascherine a scuola da parte di studenti e personale, pubblicato in anteprima dall’agenzia di stampa nazionale Adnkronos, si tratta di “una situazione del tutto paradossale. Gli studenti sono obbligati di giorno ad indossare la mascherina, pur sedendo distanziati ai banchi, ma possono toglierla la sera per andare al pub o in discoteca e trascorrere il tempo assembrati”.



È “una illegittima disparità di trattamento tra studenti e lavoratori, un atto amministrativo illogico e non fondato su alcuna motivazione razionale. Ancora una volta si verifica un eccesso di potere, connotato dalla contraddittorietà di un atto amministrativo che oggi, con l’arrivo del caldo nelle aule scolastiche, appare addirittura punitivo verso gli studenti, costringendoli alla ‘tortura’ della mascherina a scuola.