OBBLIGO MASCHERINE A SCUOLA, IL MINISTERO NON SA IL PERCHÈ

È abbastanza curioso – se non proprio imbarazzante – quanto emerso in uno scoop di “Fuori dal Coro”, già emerso tra l’altro qualche giorno prima su “Arezzoweb”: il Ministero della Salute non sa i motivi per cui è stato prorogato l’obbligo di mascherine a scuola per i bambini sopra i 6 anni.



Chiaro, scritta così sembra una bella “sparata” acchiappaclic pronta ad essere smentita da qualche debunker professionista (o presunto tale), eppure seguiteci e qualcosa più della simil “bufala” capirete che c’è sotto. La trasmissione di Mario Giordano rivela uno scoop del giornalista Marco Gaiazzi che ha pescato un documento piuttosto “inquietante” del Ministero della Salute, in attesa ovviamente che venga confermato sia davvero autentico e firmato dal direttore generale della prevenzione al Ministero, Dott. Gianni Rezza. Si tratta di una lettera inviata dall’ex membro Cts Rezza all’Ufficio di gabinetto del ministero e ad alcuni altri destinatari: la lettera, apparsa anche sul quotidiano locale aretino, sarebbe una risposta ad un gruppo di cittadini (forse avvocati e associazioni) che chiedevano copia della documentazione «che attesti studi e rischi/benefici calcolati sulla base dell’utilizzo giornaliero prolungato di suddetto Apvr imposto sui minori dai 6 anni di età, che possa dimostrare l’utilità del dispositivo senza avere ripercussioni sulla salute psicofisica». Come sottolinea su “La Verità” il vicedirettore Francesco Borgonovo, tale lettera di richiesta non è nient’altro che un tentativo di capire perché le mascherine a scuola siano state prorogate come obbligo nonostante la decadenza di quasi tutte le altre norme dal 1 maggio in poi (con lo stesso Mario Draghi che, secondo diversi retroscena, avrebbe spinto per abbandonare ogni tipo di obbligo, trovando l’opposizione ferrea dei Ministri Speranza e Bianchi).



DOCUMENTO MIN. SALUTE: “NON ABBIAMO STUDI SCIENTIFICI”

Ma è la risposta del Ministero della Salute che lascia perplessi: il documento mostrato da “Fuori dal Coro” recita testuale: «Al riguardo si rappresenta che questa amministrazione per quanto di competenza non è in possesso della specifica documentazione richiesta».

Insomma, il più stretto collaboratore del Ministro Speranza non conosce/non ha studi scientifici a supporto dell’obbligo di mascherine a scuola per i ragazzi. Restando ovviamente in attesa che il Ministero della Salute smentisca tale documento, o che quantunque fornisca dati scientifico a corredo di tale decisione, il forte dubbio che ci si trovi di fronte ad un obbligo “etico”, “morale”, “simbolico” non ce lo leva nessuno. Giustamente Borgonovo nel suo “j’accuse” su “La Verità” ricorda quanto lo stesso dott. Rezza spiegava sul tema delle mascherine a scuola solo qualche settimana fa: «La mascherina in luoghi chiusi può rappresentare un dovere morale per chi avesse dei sintomi. E allo stesso tempo un sano diritto per chi vuole proteggersi». Non solo, ad inizio aprile aveva ribadito «Data l’elevata velocità di circolazione del virus, è bene mantenere comportamenti prudenti, con l’uso delle mascherine nei luoghi chiusi, affollati e ovunque ci sia rischio contagio». Come spesso osservato nei due anni di emergenza Covid, gli esperti stessi si ritrovano divisi sul medesimo tema con opinioni trasversali e opposte: “Fuori dal Coro” ha chiesto lumi sul tema a Maria Rita Gismondo, Direttrice di microbiologia clinica, virologia e diagnostica bioemergenze dell’ospedale Luigi Sacco, «Rezza prende le distanze dal provvedimento. È una decisione politica. Non ci sono dati scientifici che dimostrino che l’uso delle mascherine nei bambini abbassa il rischio di Covid». Al di là delle opinioni diverse, resta il dato di forte dubbio: si prendono provvedimenti importanti al Ministero della Salute senza motivazioni scientifiche?