Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, si è espresso contro l’eventualità di togliere le mascherine al chiuso e di cancellare l’isolamento dei positivi. Lo sottolinea l’agenzia stampa Adnkronos, che riporta anche le parole dell’esperto, emerse all’interno del report di monitoraggio indipendente sul Covid-19: “Al momento è impossibile abolire misure di sanità pubblica di questo tipo, la circolazione del virus è ancora piuttosto elevata nel nostro Paese”.
Infatti, “se i dati consentono di guardare avanti con ragionevole ottimismo, non è accettabile approfittare della fine dello stato di emergenza per confondere le carte in tavola: discesa della quarta ondata non significa circolazione endemica del virus né, tantomeno, fine della pandemia. Tali accezioni, infatti, rappresentano distorsioni della realtà che disorientano la popolazione e rischiano di legittimare decisioni azzardate”. A prescindere dal termine dello stato di emergenza, al momento dunque non vanno eliminate quelle restrizioni che si sono sin qui rivelate a dir poco indispensabili per consentire la completa riapertura di tutte le attività.
NINO CARTABELLOTTA: “QUARTA ONDATA IN PIENA FASCIA DISCENDENTE, MA BISOGNA GIÀ GUARDARE AL PROSSIMO AUTUNNO-INVERNO”
Nel prosieguo del suo intervento nel report della Fondazione Gimbe, il presidente Nino Cartabellotta ha altresì puntualizzato che la quarta ondata è in piena fase discendente, con evidente riduzione della pressione ospedaliera e dei decessi. Tuttavia, 50mila nuovi casi al giorno, tasso di positività dei tamponi al 10% e quasi 1,3 milioni di casi attualmente positivi dimostrano che la circolazione del virus è ancora piuttosto elevata e non va comunque sottovalutata la presenza del virus nella nostra società.
Infine, un appello generale, indirizzato in particolar modo ai decisori politici della nostra nazione: “Lo sguardo deve essere sin da ora rivolto al prossimo autunno-inverno. Se è ragionevolmente certa una tregua nei prossimi mesi, questo tempo prezioso deve essere sfruttato al meglio per un’adeguata programmazione. Perché, con il nuovo inverno, il risveglio dal ‘sogno collettivo’ potrebbe essere molto brusco”.