L’agenzia delle dogane lancia l’allarme sulle mascherine anti-Covid. Come riportano i colleghi de Il Messaggero, una mascherina su dieci che arriva in Italia – tra chirurgiche, Ffp2 e Ffp3 – non supera i test di filtraggio. Ma non è finita qui: il 62% delle pratiche per commercializzare le chirurgiche non riceve il via libera da parte dell’Istituto superiore di Sanità.



Un’allerta degna di nota, considerando l’uso ormai quotidiano delle mascherine anti-Covid. L’analisi non lascia spazio a dubbi: il 10% del materiale analizzato nei laboratori non supera i controlli. Nonostante la somiglianza con i dpi autentici, non adempiono i requisiti di sicurezza: in buona sostanza non hanno il potere filtrante che devono garantire.



MASCHERINE ANTI-COVID: IL 10% NON FUNZIONA

«Occorre stare attenti», è il monito di Isabella Mori, responsabile del servizio di tutela di Cittadinanzattiva. Come riporta Il Messaggero, l’esperta ha sottolineato che la presenza di dpi falsi non deve scoraggiarne l’impiego: «Per quanti controlli si possano realizzare il rischio 0 non esiste e purtroppo migliaia di mascherine che non rispettano la legge entrano comunque nel mercato. Occorre che i consumatori siano avveduti. Ad esempio verifichino sempre la presenza del marchio Ce». Ricordiamo che dall’inizio dell’emergenza, da marzo 2020, il business delle mascherine anti-Covid è letteralmente esploso e per questo motivo nella compravendita c’è chi gioca sporco: il quotidiano capitolino rimarca infatti che ciò è legato a speculatori e avventurieri che si lanciano nel mercato a caccia dell’affare della vita, incuranti della salute degli italiani…

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