Mascherine antivirus a ruba dopo i primi due casi di coronavirus in Italia. Sebbene non servano a nulla al di fuori dell’area di contagio, le vendite stanno lievitando. In Cina la produzione di mascherine procede a ritmo serrato: si parla di 180 milioni al giorno fino alla fine di febbraio. Negli Stati Uniti e in Italia invece cresce la richiesta. Lo conferma Federfarma, secondo cui sono «enormemente aumentate» anche quelle di disinfettanti per mani. «In un giorno ne vendiamo quanti ne vendevamo in una settimana prima di questa epidemia che, al momento, in Italia è mediatica». In molte farmacie le mascherine antivirus sono già introvabili. Per questo sono stati già inviati nuovi ordini ai grossisti, che però, trattandosi di prodotti di importazione, non hanno disponibilità avendo esaurito le scorte nei magazzini. «Abbiamo venduto anche 100 mascherine protettive al giorno», ha dichiarato al Corriere della Sera un farmacista del centro di Roma, dove negli ultimi giorni «le richieste sono aumentate esponenzialmente».



MASCHERINE ANTIVIRUS A RUBA: SONO PRODOTTE A WUHAN

Se cresce la richiesta di mascherine antivirus per il coronavirus, aumentano anche i prezzi. È il mercato purtroppo. Sul web se ne trovano in vendita a prezzi più alti del normale, con un ricarico anche del 400 per cento rispetto ai listini in vigore prima dell’emergenza sanitaria. La denuncia è del Codacons, il cui timore è che «la psicosi legata al coronavirus e la maggiore domanda di mascherine da parte dei consumatori possa dare vita nei prossimi giorni a rincari generalizzati dei listini di tali prodotti». Chi è attanagliato dalla paura cerca quella chirurgica, che copre naso e bocca, ostacolando la trasmissione di saliva derivante da tosse e starnuti. Già di per sé inutili nel nostro Paese, dove non c’è emergenza, le mascherine antivirus non vanno tolte neppure per rispondere al telefono. Inoltre, come spiegano gli esperti, non bisogna mai toccarsi il volto con le mani. In questo modo l’uso della maschera è effettivamente efficace e si abbassano le possibilità di contagio, che comunque non ci sono al momento nel nostro Paese. La cosa “curiosa” è che le mascherine in vendita sono prodotte a Wuhan, epicentro dell’epidemia in Cina. A riportare la notizia è Il Tempo, che mostra l’etichetta con indicata la città cinese come produttrice e distribuita da “Farmac Zabban Spa Calderara di Reno-Bologna”.

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