Punto stampa in Protezione Civile per il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri: l’amministratore delegato di Invitalia ha fatto il punto della situazione sulle mascherine ed ha reso noti gli ultimi aggiornamenti sulla produzione nazionale, diventata «obiettivo primario in questa fase». «I dispositivi di protezione individuali inviati alle Regioni sono 51,8 milioni, lunedì scorso erano 40,6 milioni: in pochi giorni abbiamo raggiunto un traguardo importane», ha spiegato Arcuri, che ha poi aggiunto: «Contiamo nelle prossime 48 ore di distribuire le mascherine Ffp2 all’Ordine dei medici, siamo in fase di distribuzione: oggi abbiamo in distribuzione 620 mila mascherine per i medici, che ringrazio per la pazienza e il sacrificio che fanno, più di ognuno di noi. La distribuzione si concluderà tra questa sera e lunedì mattina». Ed è in rampa di lancio il via alla produzione di mascherine in tre carceri: «Parte un progetto – ringrazio il ministro Bonafede – che vedrà otto impianti automatizzati che nell’arco di quindici giorni consentiranno di produrre 400 mila mascherine al giorno, che potranno progressivamente aumentare, presso gli istituti di prevenzione di Milano Bollate, Salerno e Rebibbia».
MASCHERINE, ARCURI: “LAVORIAMO SU DUE FRONTI
Il commissario Domenico Arcuri ha poi aggiunto: «Continuiamo a lavorare su due fronti: Cura Italia e semplificazione. In nove giorni sono state presentate 447 proposte di investimento per riconvertire o ampliare impianti di produzione di dispositivi di protezione individuale, 200 sono in valutazione e 30 sono state approvate, di cui 16 riconversioni e 14 ampliamenti. Questi produrranno 13,6 milioni di investimento complessivo, alcuni hanno già ottenuto il marchio mentre altri sono in attesa dell’Iss. Quanto alla semplificazione, dobbiamo fornire qualche chiarimento: il decreto consente di produrre 3 diverse tipologie di mascherine». Le prime sono «quelle non sanitarie non sono destinate agli ospedali o ai luoghi dove si effettua assistenza sanitaria, ma sono utili come misure igienica. Queste mascherine possono essere prodotte liberamente seguendo le regole, non sono dispositivi di protezione individuale né dispositivi medici».
MASCHERINE, ARCURI SU FFP2 E FFP3
Domenico Arcuri ha poi evidenziato: «La seconda categoria è quella delle mascherine chirurgiche: sono le mascherine destinate agli ospedali o ai luoghi dove si effettua l’assistenza sanitaria. Siccome sono dispositivi medici, vanno prodotte secondo particolari requisiti e devono essere validate dall’Iss prima di poterle mettere in commercio. Il decreto consente di produrle a valle di un’autocertificazione ma non di metterle in commercio senza la validazione dell’Iss. Per fare sì che questo accada, c’è bisogno di superare alcuni test e questi test vengono svolti in numerosi laboratori e solo dopo verificati dall’Iss, il quale sta dando un contributo coerente con lo spirito della norma e compatibile con i tempi di attuazione che tutti desideriamo». Infine, «la terza categoria è quella delle FFP2 e delle FFP3, sono quelle più sofisticate e quelle più importanti in certi contesti, dove ci sono i punti più concentrati di questa battaglia: queste sono autorizzate alla produzione e alla messa in commercio dall’INAIL».