Le mascherine sono uno dei presidi sanitari più importanti nella lotta contro il Coronavirus, ma in quali condizioni igieniche vengono prodotte? La domanda sorge spontanea osservando un video che circola sui social (lo riportiamo in fondo all’articolo), nel quale si vede un laboratorio di produzione di mascherine evidentemente del Terzo Mondo, nel quale siamo ben lontani da ogni minimo standard di igiene. Potrebbe sembrare uno di quei tanti laboratori in cui si producono vestiti, scarpe piuttosto che palloni, in condizioni di sfruttamento dei lavoratori, che è spesso anche sfruttamento minorile. In questo caso naturalmente c’è una ulteriore aggravante: le mascherine dovrebbero essere prodotte in ambienti che ci aspettiamo asettici e perfettamente puliti, ma viene naturalmente da pensare che in condizioni come quelle del video esse siano invece contaminate fin dal momento stesso della produzione, se non dal Coronavirus certamente da altri agenti patogeni.



MASCHERINE CORONAVIRUS: DOMANDE INQUIETANTI SULLA PRODUZIONE

Insomma, una triste storia di sfruttamento che in più getta una luce inquietante sui metodi di produzione di uno degli strumenti più significativi nella lotta contro il Coronavirus. I motivi di riflessione sono molteplici: si potrebbe infatti fare anche un discorso anche economico, sulla globalizzazione che ha portato sempre più a localizzare la produzione industriale di innumerevoli prodotti nel Terzo Mondo, creando poi i potenziali problemi che abbiamo osservato proprio in queste settimane quando il commercio mondiale ha subito una brusca contrazione. Sappiamo che per supplire alla carenza di produzione di mascherine e molti altri prodotti necessari alla lotta contro il Coronavirus sono state riconvertite molte industrie, con esempio eccellenti quali Armani che si è messo a produrre camici medici piuttosto che la distilleria Ramazzotti che si sta dedicando a prodotti igienizzanti. Quando si dice che “dopo il Coronavirus” molte cose dovranno cambiare, questo potrebbe essere un esempio perfetto: casi come quello mostrato dal video ci mostrano uno sfruttamento che non deve essere accettabile – non soltanto per la mancanza di rispetto nei confronti degli standard igienico-sanitari necessari per produrre mascherine.



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