Con la fine dello stato di emergenza, scaduto nella giornata di ieri, 31 marzo 2022, vengono meno anche i prezzi calmierati per le mascherine chirurgiche, le Ffp2 e i tamponi. Se infatti fino a poche ore fa i dispositivi di protezione e i test anti covid erano venduti a prezzi tenuti volutamente bassi dallo Stato, con la fine dell’emergenza tale “concessione” si conclude, e ciò può creare un problema tenendo conto che fino al primo maggio saranno ancora obbligatorie le mascherine al chiuso, e non solo. A sottolineare il tutto è Ferderfarma, l’associazione dei farmacisti titolari, attraverso una circolare spedita alle associazioni provinciali e regionali, in cui si legge: “Per le mascherine chirurgiche – riporta il sito dell’Adkronos – deve ritenersi che l’ordinanza 11/2020 pubblicata sulla G.U. 108/2002 emanata dal commissario Arcuri circa l’imposizione del prezzo calmierato a 0,50 euro al netto dell’Iva delle mascherine chirurgiche, non è più applicabile a decorrere dal 1 aprile 2022”.



E ancora: “Non sono più vendibili dal 1 aprile 2022 le mascherine chirurgiche la cui etichettatura non è in lingua italiana ma in altra lingua utilizzata nell’Unione europea”. Inoltre “le mascherine chirurgiche con etichettatura in italiano ma autorizzate in deroga alle vigenti disposizioni dall’Istituto superiore di sanità, sono vendibili sino al 31 maggio 2022”. In merito alle Ffp2 invece: “il prezzo calmierato dei dispositivi di protezione Ffp2 è stato stabilito in 0,75 euro Iva compresa per ciascun dispositivo nel Protocollo d’intesa del 3 gennaio 2022 la cui validità è esplicitamente prevista fino al 31 marzo 2022″. A partire da oggi, 1 aprile, di conseguenza “il prezzo al pubblico di tali dispositivi è libero anche per quelle farmacie che hanno volontariamente aderito al protocollo”.



STATO DI EMERGENZA, STOP A PREZZO CALMIERATO: MINISTERO SALUTE PENSA A PROROGA DI ALCUNE DISPOSIZIONI

E sempre da oggi “termina l’efficacia del protocollo d’intesa tra il ministro della Salute, il commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica Covid-19, Federfarma, Assofarm e Farmacieunite, e la normativa di riferimento che rendeva obbligatori prezzi calmierati e stabiliva modalità di esecuzione dei tamponi”.

In ogni caso le farmacie potranno continuare a “somministrare i test mirati a rilevare la presenza di anticorpi IgG e IgM e i tamponi antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-Cov-2″. Rimane comunque in vigore “la normativa di riferimento che autorizza la farmacia a caricare i dati sulle specifiche piattaforme al fine di emettere il Green pass anche a seguito di tampone antigenico rapido”. Stando a quanto fatto sapere da Federfarma il ministero della salute starebbe valutando l’opportunità di prorogare alcune disposizioni del protocollo d’intesa anche dopo la chiusura dello stato di emergenza