«Il 50% delle mascherine FFP2 di importazione cinese – le KN95non sono buone»: a dirlo è il metrologo già membro dell’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica Marco Zangirolami, oggi titolare della “Fonderia Mestieri” a Torino. Da quando è esplosa la pandemia, la sua azienda ha aderito alla chiamata di Innova per l’Italia e – insieme al Dipartimento di chimica dell’Università di Torino – ha messo in piedi un laboratorio per misurare la filtrazione dei tessuti tanto che oggi è l’unica fonderia italiana qualificata da Eurofins product testing srl per misurare i tessuti.



Ebbene, nell’intervista odierna a Repubblica Zangirolami la misurazione della qualità di molte delle mascherine che circolano normalmente tutti i giorni nelle nostre città è alquanto “drammatica”. «Ho testato cento modelli di mascherine cinesi, la metà non era buona», sottolinea l’esperto, aggiungendo i dettagli su come è nata la misurazione e i controlli serrati. A marzo scorso diversi importatori di mascherine anti-contagio hanno comprato le famose KN95 dalla Cina (modello simile alle FFP2) ma hanno chiesto consulenza all’azienda di Zangirolami perché si dicevano tutt’altro che convinti dalla qualità del materiale e dalla loro efficacia.



LA DENUNCIA DELL’ESPERTO SULLE MASCHERINE CINESI

«Mi hanno portato 35 modelli diversi. La metà non era buona, era da scartare. Non so se dopo il nostro responso le abbiano commercializzate lo stesso. A quel punto, era maggio-giugno, con lo staff di Fonderie abbiamo fatto incetta delle mascherine che trovavamo nelle farmacie e nei negozi, per fare le prove sui tessuti e capire quanto erano pericolose Finora ho testato un centinaio di modelli, la metà dei quali non protegge come dovrebbe», spiega a Rep l’esperto di Torino. Non filtrano a dovere come invece le normali FFp2 (livelli accettabili sono dal’85% in su, quelle cinesi quasi mai raggiungevano quella soglia) e soprattutto perdono di tenuta: «la sagoma delle Kn95 è progettata per i tratti somatici asiatici, sul viso degli europei perde un 40 per cento di tenuta, perché noi abbiamo il naso più pronunciato e gli zigomi più sporgenti. Ecco perché passa l’aria e si appannano gli occhiali».



I produttori italiani hanno ovviato al problema ponendo un gancetto dietro la nuca o un biadesivo chirurgico nella zona del naso per aumentare la tenuta ma il problema di quelle cinesi e di altre non sicure a livello sanitario resta eccome: «Vedo troppa gente che si affida alle mascherine di stoffa, griffate, lavabili: non funzionano! Se bagno un filtro lo uccido. Non esistono filtri lavabili. Servono per non avere la multa, ma non proteggono dal Covid. Se avessimo avuto e indossato le mascherine giuste dopo la prima ondata, non avremmo avuto la seconda».