Continua il dibattito sulla fornitura da 2,93 milioni di mascherine FFP2 non a norma acquistate dal commissario Domenico Arcuri. Il numero uno di Invitalia continua a non fornire risposte sul caso, ma La Verità riporta interessanti aggiornamenti. Sono infatti in corso le indagini delle Procure di Trieste, Gorizia e Udine sui prodotti ritirati in Friuli Venezia Giulia.
Ma c’è di più. Il quotidiano diretto da Belpietro riporta che lo scorso 11 maggio 2020 il Comitato tecnico scientifico diede il via libera alle mascherine FFP2/KN95 prodotte da Wenzhou xilian electrical technology, parte della maxi fornitura da 801 milioni di pezzi. Parliamo dei dispositivi di sicurezza su cui ha lanciato l’allarme il laboratorio Fonderia Mestieri: le mascherine infatti sono state bollate come non corrispondenti agli standard.
MASCHERINE FFP2 NON A NORMA, GLI AGGIORNAMENTI
Il laboratorio Fonderia Mestieri ha inoltre sottolineato che nelle maxi-partite c’è il rischio che ci siano prodotti diversi rispetto alle attese: «In altri casi di maschere importate in grossi quantitativi, dopo aver visto grosse differenze di comportamento tra una maschera e l’altra le abbiamo aperte e abbiamo trovato all’interno prodotti diversi. In pratica, quello che era arrivato in Italia come unico prodotto era in realtà un groupage di molti produttori sotto lo stesso marchio». E scatta l’allarme qualità, almeno dieci volte peggiore rispetto a quanto previsto dalla norma. Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi sul caso delle mascherine FFP2 non a norma acquistate da Arcuri, senza dimenticare che c’è chi ha avuto grandi benefici da questa operazione: parliamo dei tre intermediari Mario Benotti, Andrea Tommasi e Jorge Solis, che hanno incassato oltre 72 milioni di euro…