Le mascherine FFP2 (o Kn95) sono più protettive di quelle chirurgiche e in alcuni territori sono diventate per questo obbligatorie, anche alla luce della diffusione delle varianti Covid. Più costose, visto che il prezzo può superare i 2 euro, si stanno vendendo molto proprio perché più protettive. Il problema è che quelle in circolazione in realtà non hanno le caratteristiche delle FFP2. La denuncia arriva da una società internazionale che si occupa di import export sull’asse Italia-Cina. «La maggior parte del materiale in commercio non corrisponde alle certificazioni», riferiscono i due legali rappresentanti, entrambi dell’Alto Adige, ai microfoni del Corriere della Sera.
La società ha fatto eseguire una serie di test che poi sono stati verificati in laboratorio. È così emerso che la maggior parte delle mascherine FFP2 in circolazione non ha superato la prova del cloruro di sodio e dell’olio paraffina, usate per verificare il filtraggio. Alcune non sono neppure in grado di contenere il respiro.
MASCHERINE FFP2, DA TEST SU CE2163 DA TURCHIA…
Con un’emergenza in cui l’uso di una buona mascherina può fare la differenza, non è tollerabile che prodotti di questo tipo siano sul mercato. La maggior parte dei dispositivi di protezione difettosi è stata certificata con marchio CE2163 che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, è il codice della Universalcert, un laboratorio di Istanbul (Turchia). Il problema è che per le mascherine, così come tamponi antigenici e test sierologici, il percorso di autocertificazione europea non ha un controllo a monte. Gli eventuali controlli, che non sono obbligatori, sono di competenza dell’Istituto superiore di sanità (Iss) o Ministero della Salute e in genere affidati a Politecnici o Istituti di Fisica delle università che hanno strutture e tecnologie per esaminare il filtraggio delle mascherine.
Oggi però i controlli sono derogati per lo stato d’emergenza, quindi non sono svolti. Anzi, l’Inail con una procedura d’urgenza può autorizzare alla commercializzazione presidi realizzati in Cina che non sono validi in Europa. Senza obbligo di verifica, ma solo di rilasciare parere in deroga. Dunque, non c’è un sistema di controllo come per farmaci e vaccini, pensiamo all’Aifa in Italia e all’Ema in Europa. C’è poi la questione dei laboratori che certificano le mascherine. Chi li controlla? Ogni Paese membro risponde alle sue regole, quindi può avere standard di qualità differente.