Non ci sta alle critiche Domenico Arcuri, Commissario Straordinario all’emergenza Coronavirus e nelle ultime ore è tornato a difendere il suo operato in merito non solo alla fornitura di mascherine alle Regioni italiane ma pure per quanto riguarda il loro prezzo. “Le Regioni ne hanno oltre 55 milioni nei loro magazzini” ha tuonato Arcuri dopo che nelle ultime ore si era riaccesa la polemica in merito a mancate forniture e al fatto che le suddette mascherine risultino introvabili per milioni di cittadini. “Non sono io a dover rifornire le farmacie” ha aggiunto il Commissario in polemica per FederFarma, ricordando dal suo punto di vista che invece le stesse mascherine sono reperibili in diversi supermercati perché in quel caso la rete della distribuzione funziona meglio. E a proposito del prezzo di 61 centesimi, che è stato ritenuto troppo basso e non in grado di far funzionare il mercato, Arcuri ha invece precisato che non cambierà e che gli speculatori possono anche rassegnarsi dato che la “giungla vista in passato” non tornerà in Italia. (agg. di R. G. Flore)
DURO BOTTA E RISPOSTA
Non si placano la polemiche sulle mascherine fra lo Stato e le farmacie. Quest’oggi ne ha parlato nuovamente il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, che in occasione della conferenza stampa ha spiegato: “Abbiamo distribuito 208 milioni di mascherine da inizio emergenza, è una quantità sufficiente. Le Regioni hanno 55 milioni nei loro magazzini”, ricordando poi che “Il prezzo delle mascherine chirurgiche fissato a 50 centesimi più Iva è e resterà quello”. Arcuri ha quindi avvisato gli speculatori: “Dovranno farsene una ragione la giungla che abbiamo lambito, la speculazione che abbiamo osservato non c’è più e non tornerà”. Arcuri ha poi voluto replicare a Federfarma, che lamentava assenza di Dpi: “Non è il commissario a dover rifornire le farmacie né i loro distributori, il commissario non si è mai impegnato a farlo. Si è impegnato in entrambi i casi a integrare ove possibile le forniture che queste categorie si riescono a procurare attraverso le loro reti di approvvigionamento”. Arcuri sottolinea come lo Stato e la Protezione Civile stiano facendo la loro parte “mettendoci la faccia. Dunque benvenute le critiche dei cittadini ma solo da loro. La doppia morale è inaccettabile”. Infine, l’annuncio di distribuzione delle mascherine presso i tabaccai: “Nei prossimi giorni stipuleremo un accordo con i tabaccai, che hanno ben 50 milioni di punti vendita in italia, per la vendita di mascherine anche lì”. Durissima la replica di Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma, Lazio e vicepresidente nazionale dell’associazione dei titolari di farmacia: “Infanga il nome – si legge su Huffington Post – della categoria dei farmacisti che, insieme a medici e infermieri, ha sostenuto l’Italia nel momento più grave della crisi, è vergognoso e da irriconoscenti. Se poi le accuse arrivano da un Ufficiale di Governo, fanno ancora più male. Chiedo alla politica e al Governo di prendere le distanze da tali affermazioni rivolte ingiustamente a una categoria che ha pagato un prezzo altissimo per il bene del Paese, con 17 morti e 1.000 colleghi infettati dal coronavirus”. Contarina ha aggiunto e concluso: “Queste accuse sono ingiuriose e vergognose e chiedo ufficialmente le scuse e la solidarietà da parte delle Istituzioni ai farmacisti italiani, che ancora una volta hanno dimostrato il loro valore, la loro professionalità e la loro abnegazione, mettendo a rischio la loro salute. Pretendiamo rispetto da parte dello Stato, se non altro per i colleghi che si sono sacrificati dando la vita per il proprio Paese”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MASCHERINE INTROVABILI, SCONTRO FRA ARCURI E FEDERFARMA
Le mascherine sono introvabili un po’ ovunque, nonostante siano di fatto obbligatorie per uscire di casa, andare a lavorare, ed entrare nei negozi. Il commissario dell’emergenza coronavirus, Arcuri, si è difeso dicendo che la colpa e delle farmacie e dei distributori, ma il numero uno di Federfarma, Marco Cossolo, ha rimandato le accuse al mittente: “Le farmacie non centrano nulla con la carenza di mascherine – le parole a Storie Italiane, Rai Uno – all’indomani ordinanza sul prezzo di Arcuri, le farmacie hanno cominciato a vendere mascherine a 0.61 euro. Sono state vendute – ha proseguito – 4/5 milioni al giorno di mascherine e le scorte sono finite, le uniche arrivate sono state quelle rifornite tramite nostri distributori lo scorso sabato, 200 mascherine per farmacie, esaurite in mezza giornata. I distributori intermedi – ha proseguito Cossolo – ci dicono che dagli importatori non riescono a trovarle. Colpa dei prezzi troppo bassi? Non mi sento di fare questa affermazione, penso vi siano anche problemi burocratici di sdoganamento, che è molto lungo. E’ un problema di burocrazia al 100%”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MASCHERINE INTROVABILI, ARCURI SI DIFENDE “COLPA DI FARMACIE E DISTRIBUTORI”
Il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, respinge sdegnato le accuse riguardo il caso delle mascherine introvabili: i presidi sanitari necessari in tempo di emergenza covid-19 che erano stati preannunciati disponibili al costo di 50 centesimi. Praticamente nessuno ha trovato le mascherine a questi prezzi, si è parlato di falla organizzativa gigantesca considerando come la decisione fosse stata sbandierata dal Governo e dalla task force chiamata a gestire l’emergenza. Secondo Arcuri però non ci sono responsabilità dirette da parte sua riguardo l’impossibilità di trovare le mascherine a prezzo bloccato: “Non sono io a dover rifornire i farmacisti. Il commissario rifornisce regioni, sanità, servizi pubblici essenziali e, dal 4 maggio, anche i trasporti pubblici locali e le Rsa, pubbliche e private. Tutto a titolo gratuito. Le farmacie non hanno le mascherine perché due società di distribuzione hanno dichiarato il falso non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere“.
ARCURI SPARA A ZERO SU FARMACIE E DISTRIBUTORI
Secondo Arcuri, i distributori dunque si sarebbero resi colpevoli di una grave mancanza avendo millantato una disponibilità inesistente, in tali quantità, di mascherine, ma il commissario è andato giù duro anche contro i farmacisti: “Non è vero che i farmacisti ci avrebbero rimesso o ci starebbero rimettendo perché ai distributori è stato comunque garantito un rimborso per le mascherine acquistate prima della definizione del prezzo a 0,50 centesimi (più IVA).“ Un prezzo che aveva trovato anche il consenso delle associazioni dei consumatori. “L’unica evidente verità è che non essendo in grado di approvvigionarsi delle mascherine, adesso provano a scaricare le loro responsabilità sul Commissario. Oppure, peggio ancora, aumentando il prezzo. Sempre più negozi della grande distribuzione vendono le mascherine a 0,50 centesimi, più IVA“. E l’ultima frecciata è dedicata esplicitamente a chi è stato accusato di speculare sulla vendita delle mascherine proprio nel momento più duro dell’emergenza. “Il prezzo massimo è stato fissato nell’esclusivo interesse dei cittadini. Anche perché chi oggi afferma di non avere mascherine e di aver bisogno delle forniture del Commissario, fino a qualche settimana le aveva e le faceva pagare ben di più ai cittadini.“