AltroConsumo promuove le mascherine lavabili in tessuto, ma con dei paletti. L’organizzazione indipendente per la tutela dei consumatori ha effettuato un test su un campione di 19 dispositivi di protezione riutilizzabili e, appoggiando il loro utilizzo, chiede al Ministero della Salute l’introduzione di uno standard minimo di efficacia, nonché un logo che permetta al consumatore di riconoscere quelle che aderiscono ai requisiti.
Oggetto di dibattito anche tra esperti, le mascherine lavabili in tessuto hanno fornito buone prestazioni, ma non solo. AltroConsumo ha messo in risalto che utilizzando i dispositivi di protezione riutilizzabili potrebbe esserci un risparmio di tonnellate di rifiuti di plastica, inquinando così meno il pianeta. Ma non solo: un altro fattore positivo è sicuramente quello economico, considerando che con le mascherine lavabili – a seconda del numero di lavaggi concessi – c’è un risparmio anche rispetto a pacchi da 50-100 mascherine chirurgiche usa e getta.
MASCHERINE LAVABILI IN TESSUTO: LA CLASSIFICA DELLE PIU’ EFFICACI
AltroConsumo ha effettuato diverse prove sui 19 dispositivi di protezione riutilizzabili, a partire dal laboratorio: qui sono stati verificate capacità filtrante e permeabilità all’aria. Per quanto riguarda il primo aspetto, «abbiamo dato la sufficienza alle mascherine che bloccano almeno il 70% delle goccioline; un giudizio buono a quelle che filtrano l’80% e ottimo quando la soglia è del 90%, seguendo le indicazioni per le mascherine di comunità del Comitato europeo di normazione Cen».
Gli esperti, invece, hanno giudicato vestibilità e indicazioni in etichetta sulle mascherine lavabili. La classifica di AltroConsumo vede ai primi posti tutte le mascherine in grado di soddisfare il connubio tra capacità filtrante e respirabilità. Alcuni prodotti, fa sapere l’organizzazione, sono stati penalizzata dalla scarsa permeabilità all’aria. Non è una questione di materiali, in quanto le performance dipendono soprattutto dalla compattezza del tessuto e da altri fattori. Capitolo lavaggi: AltroConsumo mette in risalto che anche dopo il lavaggio «le prestazioni sono mantenute, con valori di efficienza di filtrazione che si abbassano di poco o pochissimo». Nel corso dei test, sono state individuate mascherine lavabili in tessuto che garantiscono almeno 30 lavaggi.
Giudizio positivo, dunque, anche se sarebbe necessario un intervento del Ministero della Salute, in particolare sull’etichetta: «A volte l’etichetta è troppo minimale: sulla frequenza di lavaggio, per esempio, in un solo caso abbiamo trovato delle indicazioni esaustive. Le temperature di lavaggio consigliate sono molto variabili, così come la possibilità o meno di candeggiare e stirare. Sarebbe utile anche una indicazione chiara sulla taglia: purtroppo viene spesso indicata semplicemente come “unica” o come “adulto” o “donna”. Per le mascherine in cotone non elastico o in Tnt, dove a garantire la vestibilità sono le pieghe e la dimensione, sarebbe opportuno indicare la taglia e possibilmente farne di taglie differenti».