«Il coronavirus circola in aria», l’Oms potrebbe rivedere l’uso delle mascherine: un nuovo studio del Mit potrebbe portare ad un importante cambiamento nel modo in cui si consiglia l’uso dei dispositivi di protezione. La ricerca del Massachusetts Institute of Technology ha messo in rilievo che le goccioline emesse dopo un colpo di tosse o uno starnuto potrebbero viaggiare nell’aria per distanze più ampie di quanto si pensi, arrivando anche a 6-8 metri di distanza. L’infettivologo David Heymann, presidente di un gruppo di consulenti dell’Oms, ha spiegato ai microfoni della Bbc che è necessario che un maggior numero di persone indossino le mascherine e l’Organizzazione mondiale della Sanità starebbe discutendo di possibili cambiamenti sull’uso delle mascherine. Ricordiamo che l’Oms attualmente raccomanda una distanza minima di un metro da una persona che tossisce o starnutisce, mentre i malati o le persone che mostrano sintomi della malattia dovrebbero sempre indossare i dispositivi di protezione.
“CORONAVIRUS IN ARIA”, OMS VERSO REVISIONE USO MASCHERINE. MA L’ISS…
«E’ possibile che indossare una mascherina sia altrettanto efficace o più efficace della distanza interpersonale», ha spiegato l’ex direttore dell’Oms che nel 2003 coordinò la risposta dell’organizzazione alla Sars, ma l’Iss frena. Il presidente Silvio Brusaferro ha tenuto a precisare che non esistono evidenze per dire che il virus circoli nell’aria: «I dati che abbiamo a livello epidemiologico ci dicono che le vie principali di trasmissioni sono per droplet o per contatto». Il numero uno dell’Istituto superiore di Sanità ha spiegato che la trasmissione per via aerogena è stata ipotizzata e dimostrata «solo in contesti particolari, specie in ambito sanitario». «La letteratura internazionale conferma il fatto che droplet e contatto sono i veicoli principali di infezione», ha concluso Brusaferro. Insomma, non ci resta che attendere gli sviluppi dei prossimi giorni e le nuove comunicazioni da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità, nonchè dall’Iss…