Lo scandalo delle mascherine U-Mask al centro della nuova puntata di oggi di Striscia la Notizia. Mentre sul caso indaga la Procura di Milano che ha ipotizzato il reato di frode nell’esercizio del commercio nei confronti dell’amministratrice della società che detiene il marchio per l’Italia, sono numerosi i clienti che hanno lasciato commenti negativi sui profili social della società. Tra i tanti ripresi anche dal tg satirico di Canale 5, anche quello che recita: “La mascherina prometteva protezioni paragonabili a FFP2 e FFP3, ora come per magia queste diciture sul sito sono sparite. La spedirò indietro”.
Il fulcro, infatti, sembra essere proprio questo: in tanti hanno creduto di acquistare al costo di circa 35 euro un dispositivo di protezione individuale ma si sono poi ritrovati in mano una mascherina che riuscirebbe a filtrare addirittura meno della classica mascherina chirurgica da 50 centesimi. Alla luce dell’inchiesta in corso da parte della procura meneghina e dopo le analisi di vari laboratori mostrate da Striscia la Notizia, si moltiplicano i clienti che pretendono di ricevere informazioni decisamente più chiare di quelle finora paventate dall’azienda U-Mask attraverso il proprio sito.
SCANDALO MASCHERINE U-MASK: INCHIESTA DI STRISCIA LA NOTIZIA
Questa sera, Striscia la Notizia in un nuovo servizio sull’argomento analizzerà le informazioni fornite dalla startup ai suoi U-Maskers. L’inviato del tg satirico Moreno Morello dimostrerà che sul sito dell’azienda erano presenti documenti che potevano portare il cliente a pensare che la protezione delle mascherine potesse essere paragonabile a quella delle sicure FFP2 e FFP3. Lo stesso farà poi vedere anche le mail con le quali lo staff di U-Mask confermava l’incuto paragone ai clienti più scettici. C’è però dell’altro: poco prima del precedente servizio di Striscia trasmesso lo scorso lunedì, U-Mask avrebbe inviato ai propri clienti una comunicazione dichiarando che “Il Ministero della Salute, preso atto della documentazione e delle prove tecniche effettuate sulla mascherina, ne ha disposto l’approvazione”. Eppure a smentirli è stato lo stesso Ministero che sul sito ha scritto: “La pubblicazione dei dati non configura alcuna forma di approvazione da parte del Ministero della Salute”.
A confermare la procedura è stato anche Renato Carraro, consulente impiegato proprio da U-Mask che ha ammesso: “La registrazione sul sito del Ministero non è validazione di alcunché. È solo un registro pubblico”. Tra le altre curiosità scoperte da Striscia anche una stranezza: al 28 marzo scorso U-Mask risulta essere registrata sul sito del Ministero ma i test sulle respirabilità prodotti dall’azienda sono datati 14 aprile 2020, quelli sulla pulizia microbica il 12 giugno 2020 e la valutazione biologica il 13 giugno 2020. Come è stato possibile?