Le ultime decisioni della Banca centrale europea destano perplessità anche tra gli esperti. «La politica monetaria della Bce è davvero incomprensibile», attacca il professor Donato Masciandaro, che ha una cattedra di politica monetaria alla Bocconi di Milano ed è uno dei massimi esperti dei mercati finanziari mondiali. Il parere fornito ai microfoni di Quotidiano Nazionale è durissimo: «Naviga a vista, una strategia decisa volta per volta, fondata su una base di dati non meglio specificata». Per Masciandaro si tratta di una «situazione davvero inaccettabile». Quindi, ritiene opportuno che il Parlamento europeo «convochi Lagarde e chieda spiegazioni».



Il problema per l’economista della Bocconi è che la Banca centrale europea alza i tassi e cambia le sue scelte di acquisto dei titoli senza fornire alcuna spiegazione. In primis, si causa «un danno macroeconomico», perché si fornisce un messaggio di incertezza. Masciandaro paragona la Bce ad una «tossina che non solo alimenta il rischio di inflazione ma anche la recessione», che è il contrario di ciò che dovrebbe fare, cioè informare e infondere fiducia. I rischi sono due ora. «L’incertezza aumenta il rischio di inflazione». Ad esempio, i sindacati potrebbero chiedere un adeguamento dei contratti alla nuova inflazione. E poi c’è quello della recessione.



“BCE DEVE SPIEGARE IL SUO OPERATO”

«Oggi chi deve investire o consumare preferisce aspettare per vedere l’evoluzione della situazione. Ma nel frattempo l’economia rallenta», segnala Donato Masciandaro a Quotidiano Nazionale. Una trappola che ne nasconde un’altra: la stagflazione. Ciò ha ovviamente conseguenze per l’Italia, affetta da un alto stock di debito pubblico e bassa produttività. «Dobbiamo stare attenti a non fare passi falsi», avverte il docente della Bocconi. Per questo è stato giusto fare una manovra prudente. Il Parlamento europeo sollecitando la Bce a fornire spiegazioni non ne mette a rischio l’indipendenza: «Sono burocrazie che non sono scelte dai cittadini. Quindi, è giusto che siano indipendenti solo se spiegano il loro operato». Pertanto, per Masciandaro il governo ha fatto bene ad alzare la voce. Per quanto riguarda invece il Mes, l’esperto evidenzia che «sottoscrivere il trattato non significa attivare il Mes», quindi non c’è motivo di dire no. Un falso problema come il contante: «Non è certo con il tetto al cash che si combatte la colossale evasione fiscale del nostro Paese».

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