Usa, il quotidiano New Yorker pubblica le foto del Massacro di Haditha, episodio avvenuto in Iraq nel 2005 durante il quale furono uccisi dai Marines 24 civili disarmati e passanti, tra cui anche donne e bambini. Le immagini forti, mostrate al pubblico per la prima volta e scattate direttamente dai militari, sono state autorizzate alla diffusione dai familiari delle vittime, che hanno vinto una causa contro il Comando Centrale della Marina degli Stati Uniti proprio per ottenere materiale utile a provare gli omicidi compiuti.
Questa azione era stata portata avanti su iniziativa da alcuni giornalisti che conducono il podcast “In The Dark” e che avevano coinvolto i giudici e il corpo dei Marines chiedendo di rendere pubblici i documenti e citando il diritto all’informazione previsto dal Freedom of Information Act. Il processo giudiziario era però iniziato a marzo 2006, quando i familiari avevano già richiesto di approfondire le indagini nei confronti dei soldati responsabili dell’azione, ma fino ad ora, come conferma anche il giornale, tutto ciò era stato nascosto, concludendosi con un patteggiamento che aveva stabilito un risarcimento di 2500 dollari a vittima.
New Yorker pubblica foto del massacro di Haditha in Iraq, “Immagini provano la strage di civili disarmati compiuta dai Marines”
I vari processi giudiziari sul cosiddetto massacro di Haditha, avvenuto nel 2005 nell’ambito della seconda guerra del golfo in Iraq, non hanno mai avuto ripercussioni sui militari responsabili della strage di civili. Come sottolinea il New Yorker infatti: “Nessun Marine è stato condannato per aver ucciso 24 civili che non costituivano alcuna minaccia“. Ora, grazie alla pubblicazione delle foto, le famiglie delle vittime sperano di portare all’attenzione un caso che sembrava essere stato dimenticato dall’opinione pubblica, pur se riconosciuto come uno degli episodi di guerra più violenti compiuti nei confronti di persone disarmate. La mattina del 19 novembre, come ricorda lo stesso quotidiano, I Marines decidono di iniziare i rastrellamenti in città in risposta ad una esplosione che aveva colpito a morte il caporale Miguel Terrazas colpendo anche altri due militari.
Prima fucilando 5 studenti fatti scesi da un taxi mentre si recavano all’Università, poi facendo irruzione in alcune abitazioni nelle quali vengono uccise altre 19 persone, tra le quali donne, anziani e bambini. Successivamente, i marines scattano le foto della strage e dei cadaveri. Le stesse foto diffuse dal New Yorker che con l’occasione ha ribadito la necessità di riprendere quella che ha chiamato: “La più grande indagine criminale su suolo di guerra nella storia degli Stati Uniti“.