A quarant’anni di distanza dal massacro di Ponticelli potrebbe riaprirsi il caso del duplice omicidio. I tre condannati Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo si sono sempre proclamati innocenti e una delle ipotesi mai tramontate del tutto è che siano stati vittime di un “complotto”. Le due bambine – Barbara Sellini e Nunzia Munizzi – violentate, torturate e uccise, potrebbero essere state uccise da un personaggio della camorra, coperto poi dal suo clan. Quindi, il sospetto è che i tre condannati (ora liberi anche se condannati all’ergastolo grazie a vari benefici di pena) sian stati mandati in pasto agli inquirenti per far trovare subito i colpevoli. Non è un caso se la Commissione Antimafia, che nella scorsa legislatura ha condotto un’indagine e avuto diverse audizioni, a gennaio ha chiesto di fare luce sul massacro di Ponticelli.



Come evidenziato dal Corriere della Sera, la Commissione ha accertato che all’epoca ci furono carenze nelle indagini e possibili depistaggi della camorra, facendo crescere l’ombra dell’errore giudiziario. «Il massacro rischia di essere una storia di sole vittime, le due bambine e i tre ragazzi, all’epoca 20enni», ha dichiarato la deputata Stefania Ascari, prima firmataria della relazione sul massacro di Ponticelli approvata all’unanimità dalla Commissione Antimafia a settembre, allo scadere della precedente legislatura.



MASSACRO DI PONTICELLI, REVISIONE DEL PROCESSO POSSIBILE?

Per Stefania Ascari ci sono elementi sufficienti per chiedere la revisione del processo, infatti si dice convinta che «si tratti di un grave errore giudiziario». Un ruolo importante nella vicenda del massacro di Ponticelli lo hanno avuto i pentiti e i testimoni che hanno fornito versioni diverse. Infatti, in una conferenza stampa alla Camera, Luigi Schiavo disse che «in caserma persone in borghese mi hanno torturato, fatto girare sulla sedia per disorientarmi, dato da bere acqua e sale, colpito con un frustino per cavalli». Uno dei tre condannati, Giuseppe La Rocca, ritiene che in quel momento andava accontentata l’opinione pubblica. «Ma non avete fatto giustizia per le bambine». Lui chiede verità, non solo per le famiglie delle bambine morte, ma anche per le loro.



La fine anticipata della legislatura ha purtroppo fermato l’indagine della Commissione, quindi non è stato possibile accertare quale sia stato il ruolo della camorra e dei pentiti nel massacro di Ponticelli, se ci sono stati depistaggi per coprire il vero colpevole. Ma il caso sta tornando alla ribalta e potrebbe rivelarsi il più clamoroso errore giudiziario della storia della Repubblica italiana. Chi crede nell’innocenza dei tre condannati è l’ex giudice Ferdinando Imposimato, che nel 2012 chiese la revisione del processo con un dossier di 1.400 pagine insieme ai legali Eraldo e Francesco Stefani. Da allora non è cambiato nulla: Giuseppe La Rocca, Luigi Schiavo e Ciro Imperante continuano ad urlare la propria innocenza.