Scoppia la querelle a distanza fra il noto architetto e progettista italiano Massimiliano Fuksas, e l’assessore alla salute della regione Lazio, Alessio D’Amato. Oggetto del contendere è un nuovo progetto per una struttura medica in Roma, presso lo Spallanzani: «La realtà è questa – spiega l’architetto di fama mondiale, intervistato da Repubblica – mi hanno chiesto, l’assessore alla Sanità D’Amato e l’attuale direttore generale dello Spallanzani Vaia, che allora non lo era ancora, un progetto di “camera calda” ovvero una struttura che permette ad un’ambulanza di essere immessa in una zona dove non subisce uno shock termico né per il caldo né per il freddo. Dopo il progetto è evoluto e hanno previsto che comprendesse un laboratorio e un centro di ricerca. Noi lo abbiamo donato allo Spallanzani e alla Regione Lazio senza chiedere per questo lavoro nemmeno un euro».



Peccato però che Alessio D’Amato la pensi diversamente: «Aveva chiesto 800 mila euro – le parole sempre riportate da Repubblica – lo avrei coinvolto se avessi potuto, ma una cifra del genere è sopra la soglia comunitaria. Serviva una gara». Ma Fuksas ribadisca la sua versione: «La raccontasse lui questa versione. Il progetto è stato ideato, realizzato e consegnato senza chiedere nulla. Punto. Ed è stato ampliato anche con una zona di verde. Tutto regalato». Il progettista ha quindi ripercorso l’accaduto: «Era l’aprile del 2020. Allo Spallanzani c’è un piazzale libero dove prima volevano mettere solo la cosiddetta “camera calda” e poi è stato pensato il centro di ricerca, un edificio di cui avete pubblicato il nostro progetto».



FUKSAS VS REGIONE LAZIO: “ECCO COME E’ ANDATA”

«Il progetto è stato donato – ha proseguito, ribadendo, Fuksas – ed è in loro possesso. Invece hanno fatto un concorso e daranno ai vincitori 200 mila euro. Invece quello che abbiamo donato era di loro proprietà gratuitamente. Potevano costruire senza che noi chiedessimo nulla, neppure un centesimo. Ma, come si sa, la bouillabaisse può essere fatta in molti modi».

Fuksas spiega di non aver partecipato al concorso, ma semplicemente di aver realizzato il progetto e di averlo regalato allo Spallanzani «Avevano tutta la possibilità di usarlo liberamente e gratuitamente per costruire la nuova struttura che era necessaria allo Spallanzani. Posso fare un concorso per una cosa che abbiamo già progettato? Anche qualcuno che non capisce niente di questo mestiere, mi sembra che possa capire che non sia il caso. Ripeto: il progetto è stato realizzato e regalato. Questa è la storia vera».