DOPO IL RITIRO DI TOCCALINI È MASSIMILIANO ROMEO IL NUOVO SEGRETARIO DELLA LEGA IN LOMBARDIA: IL DISCORSO E LA FRECCIATA SUL NORD
Dopo il passo indietro fatto nelle scorse ore dall’ex parlamentare della Lega di Bergamo Cristian Invernizzi, stamane il ritiro ufficiale del coordinatore della Lega giovani Luca Toccalini ha di fatto reso quasi automatica l’elezione di Massimiliano Romeo come nuovo Segretario della Lega Lombardia: nel Congresso in corso a Milano la conferma è giunta con acclamazione di tutta la platea, alla presenza in prima fila anche del segretario nazionale Matteo Salvini e dello storico n.2 del Carroccio, il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Capogruppo della Lega al Senato, lombardo doc, Romeo per anni è stato un leale alleato di Salvini prima nel coordinamento giovanile e poi alla guida del Carroccio nazionale: nel suo discorso di nomina, dopo aver ringraziato il suo predecessore Fabrizio Cecchetti, il senatore ha sottolineato la necessità che il partito fondato da Umberto Bossi torni a parlare al Nord e di Nord. «Se vogliamo prendere un po’ della Lega delle origini, prima viene il simbolo e poi la cadrega», ha rintuzzato Massimiliano Romeo, parlando di alcune sensibilità diverse esistenti sulla conduzione della Lega nazionale ma confermando la piena fiducia per Salvini e per l’intero board del Carroccio.
Quello che chiede il nuovo Segretario di Lega Lombardia è che vi possa recuperare una maggiore attenzione e cura sul territorio, specie in quel Nord a cui parla a cuore aperto assieme allo stesso Matteo Salvini: «se non parliamo più del Nord, al nord i voti non li prendiamo più». Serve rafforzare un senso di comunità che, a differenza di altri partiti, è sempre stato presente e sempre rimarrà la forza della base leghista: serve una Lega di comunità, la militanza degli iscritti secondo Romeo non si può rischiare di sottovalutarla a “manovalanza” con un comitato centrale che prende poi le varie decisioni. Armonia e collaborazione, l’appello finale del nuovo Segretario regionale per acclamazione dell’intera platea.
GIORGETTI E SALVINI, GLI INTERVENTI AL CONGRESSO LEGA LOMBARDIA: “FARE PIÙ SQUADRA”. FONTANA “INCAZZATO” SUL TEMA NORD
Piena fiducia e stima arriva da Matteo Salvini, che accetta le osservazioni fatte da Massimiliano Romeo e che al contempo rilancia sulla necessità di mantenere l’unità del partito davanti ai tanti attacchi che arrivano dall’esterno: «Quello che più danneggia la Lega non sono le cannonate da fuori, sono le polemiche e il rumore di fondo che arriva da dentro», ha detto il n.1 della Lega nel suo discorso al Congresso milanese, anticipando che il 2025 sarà l’anno del definitivo Congresso nazionale federale programmatico.
Preparare bene le Politiche 2027 e le Regionali del 2026, mantenendo attenzione sul Nord come sul resto dell’Italia che necessità di quella rivoluzione liberale e fiscale che merita: «se oggi stiamo battagliando su mille problemi e in due anni Calderoli è riuscito a fare sintesi (sull’Autonomia differenziata, ndr), è perché abbiamo 100 parlamentari, 5 ministri e pesiamo a livello nazionale», sottolinea il vicepremier e leader leghista. A stretto giro il discorso del Ministro Giancarlo Giorgetti conferma la crescita della Lega lombarda, sottolineando però la necessità di fare comunità e seguire comunque le indicazioni del capo politico presente: «il capo va rispettato. E abbiamo bisogno di essere una comunità, una Lega, solidali tra di noi».
Come riportano i cronisti dell’Adnkronos e di SkyTg24 presenti al Congresso di Milano, particolarmente di peso è stato l’intervento del Governatore di Regione Lombardia Attilio Fontana, tutt’altro che incline a lasciare il “Nord” in secondo piano, specie vedendo le difficoltà che giungono da Roma sulla riforma approvata dell’Autonomia: «qualche nemico è anche dentro la Lega», contesta il Presidente ed ex sindaco di Varese, facendo riferimenti ad alcuni emendamenti di parlamentari non lombardi che vanno a discapito della stessa Regione Lombardia, «io mi incazzo come una bestia» non la manda a dire Fontana. Un problema del Nord resta dato che non solo sull’Autonomia le Regioni del Nord lavorano e producono, con i benefici che però si “fermano” a Roma, «torniamo padroni a casa nostra», conclude il Governatore. Salvini sul finire ricorda come non sia semplicissimo dover decidere quando vi sono temi e dossier di cui non si è convinti al 100%, confermando la necessità di rimanere un partito nazionale dove però costruire squadre regionali sempre più compatte e competitive sui temi del territorio.