«E’ una rivoluzione della mentalità con la quale lo Stato si propone nel rapporto con i cittadini garantendo una giustizia giusta. Non è una sola riforma che sarà in grado di generare questa rivoluzione. Serve un radicale cambio di mentalità»: così Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia, ai microfoni di Stasera Italia sulla riforma della giustizia.
Massimiliano Salini ha poi evidenziato: «Noi sappiamo bene che la legge non è mai sufficiente per creare quello che la riforma deve garantire, ci vuole un accompagnamento corretto che consenta a cittadini e politica di parlare la stessa lingua. La riforma è il tassello iniziale per un percorso che deve riabituare i cittadini ad abituarsi di fidarsi dello Stato. Per me si può fare, basta che la politica decida di assomigliare al buon senso dei cittadini anche nelle pieghe più complicate che la riguardano. Una cosa è certa: se non la facciamo adesso, non la faremo più».
MASSIMILIANO SALINI SU RDC E BLOCCO LICENZIAMENTI
Massimiliano Salini si è poi soffermato sul mondo del lavoro, tra reddito di cittadinanza e blocco dei licenziamenti: «Il reddito di cittadinanza favorisce un certo modello nel lavoro, ovvero il lavoro nero. Oggi non abbiamo più bisogno del blocco dei licenziamenti se non in alcuni settori colpiti dagli effetti del Covid. Il Paese è ripartito, abbiamo bisogno di mettere le aziende nelle condizioni di prendere il ritmo delle riprese. Quindi le aziende hanno bisogno di potersi riorganizzare con flessibilità in uscita e in entrata». «Dobbiamo iniziare a spendere soldi non solo per tenere ferma la situazione, ma anche per consentire alle aziende di tenere quel ritmo con le politiche attive. Qualcosa si è mosso», ha rimarcato Massimiliano Salini: «Il blocco dei licenziamenti è stato fatto in altri Paesi, ma la nostra caratteristica è che sul blocco si è costruito uno scambio sociale: c’è anche la cassa integrazione gratuita. L’Italia ha dato la cassa integrazione alle aziende, nella forma Covid la cassa integrazione è gratis e lo Stato ti chiede in cambio di non licenziare. Bisogna fermare lo scambio».