Prosegue il dibattito in Italia sulla necessità di somministrare la terza dose di vaccino anti-Covid per arginare sempre più il virus e tentare di tornare alla normalità, a quasi due anni dallo scoppio della pandemia. Ancora in fase di studio nel nostro paese, il secondo richiamo del siero è stato testato in Israele dove i numeri consigliano la somministrazione a seguito del calo degli anticorpi dopo 9-12 mesi dalla prima inoculazione. Ad essere d’accordo nel fornire la terza dose è anche Massimo Andreoni, docente di malattie infettive dell’Università Tor Vergata di Roma, che a Uno Mattina ha sottolineato: “Ci sarà bisogno di una terza dose, che inizialmente riguarderà le persone fragili, anziane e immunodepresse che rispondono meno alla vaccinazione, ma dovremo procedere in questo senso già dall’autunno o dall’inverno”.

Massimo Andreoni, virologo e docente universitario, si è infatti detto certo: “Sicuramente è necessaria, i dati che vengono da Israele dimostrano che soprattutto nelle persone più fragili l’immunità data dal vaccino si riduce nel tempo e possiamo orientativamente dire che tra i 9 e i 12 mesi dalla seconda dose siamo di certo meno coperti“. Per il virologo la via dei vaccini è dunque l’unica soluzione per “calmierare la circolazione del virus”.

Massimo Andreoni: “Vaccino e misure sono strumenti efficaci per arginare virus”

Nel corso dell’intervista rilasciata a Uno Mattina, in onda su Rai Uno, il professor Massimo Andreoni ha anche analizzato quello che è l’andamento dell’epidemia in Italia: “I dati in qualche modo sono quelli che tutti ci aspettiamo. Con la progressiva presenza della variante delta, aggressiva e ad altissima trasmissibilità, porta ad avere in Italia un numero cospicuo di casi. Non abbiamo di certo raggiunto i numeri di altri paesi europei, ma continuiamo ad avere 6-7mila casi giornalieri. Meno pressione nelle strutture ospedaliere, tra ricoveri ordinari e intensive, ma tra i pazienti la maggior parte sono non vaccinati ed è sintomo che l’epidemia riguarda i soggetti non vaccinati o che non hanno ultimato il ciclo vaccinale“.

La preoccupazione, secondo Andreoni, non può ora non spostarsi sulla scuola: “Dobbiamo vedere cosa succederà con le scuole, sappiamo che potrebbe portare ad un altro incremento dei casi. Non mi aspetto di certo i dati dello scorso autunno perché la vaccinazione si sta dimostrando efficace“. Il virologo ha poi aggiunto: “Il vaccino protegge meno dall’infezione rispetto a quanto fa dalla malattia grave, sappiamo che anche da vaccinati possiamo infettarci e infettare gli altri con minor intensità. Rimane fondamentale mantenere le misure di sicurezza come distanziamento e mascherina quando veniamo a contatto con altre persone. Sono strumenti efficaci per arginare il virus”.