Massimo Doris: dal 2008 AD di Banca Mediolanum

Ennio Doris e la moglie Lina Tombolato, sposati nel 1966, hanno avuto due figli: Massimo Antonio, nato nel 1960, e Annalisa Sara, nata nel 1970. Il primogenito, dopo la laurea in Scienze politiche presso l’Università degli Studi di Milano, nel 1996 ha iniziato il suo percorso professionale in Mediolanum. Nel 2008 Massimo Doris è diventato amministratore delegato di Banca Mediolanum: “Il mio giudizio è assolutamente positivo. È vero, ha sempre suo padre alle spalle, ma si sa districare bene in qualsiasi occasione. Una sua qualità che vale la pena di sottolineare: sa mantenere con tutti i suoi collaboratori dei rapporti “alla pari”, molto cordiali, di stima e di amicizia. Ed è un gran lavoratore. Sempre in campo. La sera, il sabato, la domenica, se serve”, ha detto di lui Silvio Berlusconi, come riporta il Corriere della Sera. Massimo Doris è sposato con Cinzia Alfonsi, figlia del patron della Fedrigoni. La coppia ha due i figli: Alberto e Anna.



Annalisa Sara Doris: al fianco di papà Ennio e del fratello Massimo

Annalisa Sara Doris è presidente esecutivo di Fondazione Mediolanum Onlus e consigliere di Banca Mediolanum. Anche lei, come il fratello Massimo è laureata in Scienze Politiche all’Università degli studi di Milano e nel 1996 ha iniziato una serie di esperienze nella sede del Gruppo Mediolanum. Nel corso degli anni il suo impegno si è concentrato sulla Fondazione Mediolanum Onlus che sviluppa progetti a favore dei bambini di strada in particolare nei paesi del Terzo Mondo. È sposata con Oscar di Montigny e insieme hanno cinque figli: Agnese, Aqua, Davide, Luna Chiara e Sara Viola.“Ho 5 figli che vanno dai 4 ai 16 anni e mi rendo conto di quanta attenzione, amore e cure abbiano bisogno tutti i giorni, anche i figli più grandi, per poter crescere in maniera sana, dando loro la possibilità di esprimere se stessi con gioia e serenità e cercando di dare un contributo al mondo per lasciarlo migliore di come l’hanno trovato. Tutto ciò vale per tutti i bambini ovunque si trovino, e se non hanno una famiglia, una comunità vicina in grado di accompagnarli nel loro cammino di crescita, allora tocca a coloro che sono in grado di fare qualcosa. Cioè a tutti noi”, ha raccontato in un’intervistava ProfiloDonna.

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