Massimo Boldi si racconta a Bella Ma

Nel salotto della trasmissione Bella Ma, condotta da Pierluigi Diaco, è stato ospitato ed intervistato Massimo Boldi, celebre attore comico che ha fatto dei cinepanettoni il suo cavallo di battaglia, attraversando numerose generazioni con la sua singolare simpatia. Partito dal suo passato, Boldi ha raccontato la sua vita e i rapporti che l’hanno caratterizzata. Iniziò da musicista, suonando la batteria ed oggi confessa che se non l’avesse fatto “probabilmente il mio destino sarebbe stato differente”. “Mia madre era milanese, mio padre friulano”, racconta, “erano sfollati a Luino nel ’43/’44. Ho avuto un’infanzia felice, c’era mio nonno che a Milano gestiva la benzina Aquila e ci aiutava con i soldi. A scuola ero un asino“, confessa, “andavo malissimo, non mi piaceva studiare e ad un certo punto ho dovuto lavorare e la sera andavo a scuola, mi sono preso il diploma da vetrinista”.



Poi, a 18 anni Massimo Boldi perse tragicamente suo padre e “per portare a casa la michetta facevo l’operaio”, e la batteria rimase “solo un divertimento il sabato e la domenica, mentre facevo turni di 8 ore in 8 ore al lavoro”. Tornando, invece, alla sua carriere da attore, racconta che “è stato tutto un happening. Non pensavo di fare l’attore, oltretutto comico, non pensavo di fare il batterista, non pensavo che un giorno mi sarei sposato, è stato tutto un caso”. Un caso che, però, l’ha portato ad essere uno degli attori comici più famosi ed importati in Italia, assieme all’inseparabile compagno di avventure Christian De Sica. Di lui ricorda che “lo conobbi nel ’72, l’anno in cui conobbi anche Marisa (la moglie, ndr). Suonavo a Milano e mi portarono un cantante, ‘il figlio di Vittorio De Sica’, mi dissero. Arrivò la settimana successiva Christian, tirò fuori un astuccio dove aveva il suo microfono personale, montò tutto e si mise a cantare. Abbiamo fatto un periodo di serate assieme un po’ da tutte le parti, fino al ’74 quando suo padre ebbe dei problemi e ci separammo. Lo ritrovai nell’84“, anno in cui iniziò il loro sodalizio artistico.



Massimo Boldi: “Fu Maria ad invitarmi al cinema”

Parlando a Bella Ma del suo passato, Massimo Boldi è passato rapidamente a parlare anche di sua moglie Maria Teresa Selo, scomparsa nel 2004 dopo anni di lotta contro il tumore. “Ci siamo incontrati in una latteria”, racconta, “era il 1972 e c’era l’austerità. Il facevo ancora il batterista e suonavo al derby a Milano, mi sono trovato senza lavoro e per caso mi scappò l’occhio in una vetrina dove c’era vendesi, comprasi, affittasi e c’era l’annuncio di una latteria data in gestione. La prendemmo in gestione io, mia mamma e i miei fratelli e così abbiamo iniziato a cucinare quello che si mangiava a casa nostra e a venderlo, facevamo pagare poco e si mangiava bene”, ricorda.



“In un certo momento cominciamo a fare i panini”, ha continuato a raccontare Massimo Boldi, ricordando sua moglie, “e c’era Maria che era giovanissima, aveva 16 anni e io le facevo sempre fare i panini un po’ più farciti. Ad un certo momento fu lei, perché è sempre stata lei a fare queste cose”, confessa il ‘cipollino‘, “che mi disse ‘Ma perché non andiamo al cinema?’, io avevo 26 anni e non avevo mai avuto una fidanzatina, dissi che andava bene. All’epoca vivevo nelle case popolari di Milano e non c’erano i telefonini ma c’era solo quello in casa, appeso alla parete. Una domenica mattina mia madre mi svegliò e mi disse ‘Vieni al telefono, c’è Maria’, mi sono alzato di scatto per rispondere e ci siamo dati appuntamento per quel pomeriggio per andare al cinema“.

Boldi: “Berlusconi? Siamo amici ma non mi fa ridere”

Nel suo lungo racconto, poi, Massimo Boldi ha parlato rapidamente anche di altri importanti rapporti che hanno caratterizzato la sua vita, come quello con il suocero, “un napoletano doc, che assomigliava un po’ a Totò”. “Era molto severo”, ricorda, e all’inizio non fu semplice andarci d’accordo, “io ero un capellone, mi vestivo come [Mike] Peters, mentre loro erano perfetti”. Ma il rapporto con il tempo si sarebbe saldato pian piano. Tra le tante persone che hanno caratterizzato la sua vita, però, un ruolo importante l’ha avuto anche Silvio Berlusconi. “Siamo molto amici”, racconta Boldi, “mi ha coltivato e cresciuto, ed ha un talento comico naturale. Le sue barzellette però non mi sono mai piaciute“, scherza. Facendo, infine, un passo indietro, racconta che se non avesse fatto il batterista e l’attore, se la sua vita avesse preso una direzione diversa, “probabilmente avrei fatto il proiezionista, quello che fa andare la macchina del cinema. Ero attratto dalla magia del cinema, e da piccolo mi feci regalare le prime cineprese da 8 mm da mio nonno. Quando poi più avanti ho avuto una mia tranquillità economica, a Milano mi sono fatto il mio cinema personale a casa, e ho collezionato negli anni 450 pellicole, di cui molte introvabili, e le ho donate in comodato d’uso alla Cineteca di Milano”.