Marzio Capra, il genetista del pool difensivo di Massimo Bossetti, è tornato a Iceberg Lombardia a distanza di alcune settimane dall’intervista che tanto fece discutere. In quella circostanza l’esperto sostenne la possibile esistenza di altri campioni di Dna utili per le analisi. Da tempo la difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, richiedeva l’analisi dei reperti e in particolare dei campioni. I 54 campioni di Dna dai quali è stato estratto il profilo di Ignoto 1 sono ancora analizzabili oppure sono stati tenuti a temperatura ambiente e quindi distrutti per sempre? Ai microfoni di Iceberg Lombardia è intervenuto il dottor Giorgio Casari del San Raffaele di Milano, dove erano inizialmente tenuti i 54 campioni: “Sono stati congelati con del ghiaccio secco e polistirolo, con la raccomandazione di consegnarli. Di soliti il Dna viene sempre mantenuto al freddo. Mi sembrava che fossero abbastanza standard come informazioni”.



Massimo Bossetti ha presentato le denunce per le quali però ci sarebbe stata l’archiviazione: tutto sarebbe stato fatto a regole d’arte. A quanto pare però i campioni sarebbero giunti all’ufficio corpi di reato 12 giorni dopo all’interno di cartoni. Nel lasso di tempo, dove sarebbero stati tenuti? Il prof. Capra alla trasmissione ha commentato: “I carabinieri hanno ritirato il 21 novembre i campioni di Dna congelati in ghiaccio secco dal San Raffaele e li avranno portati, mi auro non subito in procura, e li avranno tenuti loro. I comandi provinciali sono sicuramente dotati di refrigeratori e freezer per mantenere questi reperti. Un’ipotesi è che siano stati tenuti in congelatore a bassa temperatura”, ha spiegato, proponendo un’ipotesi.



Massimo Bossetti, il genetista Capra: “54 campioni? Cosa grave”

Il genetista Marzio Capra del pool di Massimo Bossetti ha aggiunto: “Quei reperti noi avevamo chiesto di poterli analizzare ed eravamo stati autorizzati. Si sapeva che erano reperti importanti. Parliamo dei campioni principe. Noi non possiamo dire nulla perché non abbiamo mai potuto partecipare ad alcuna analisi”. Il prof. Capra ha ricordato come gli fosse sempre stato detto che i campioni erano esauriti, “poi veniamo a sapere che questi 54 campioni erano i migliori ed erano stati racchiusi in questa piastra e consegnati”.



Di questi 54 campioni, a detta del genetista, 10 sarebbero stati ritenuti dalla Corte d’Assise fondamentali per la presenza di Ignoto 1. Il genetista ha poi spiegato se prima o poi si arriverà o meno a capire se c’è o meno qualche responsabilità: “Mi auguro di sì, sicuramente si capirà cosa è successo. Se pagherà qualcuno non lo so ma noi vogliamo sapere esattamente cosa è successo e poi chi ha sbagliato porterà le proprie giustificazioni. Per me trattandosi di reperti estremamente importanti è una cosa molto grave”. Ma dunque, i reperti in questione potrebbero fornire ancora informazioni utili? “Se questi reperti, come ormai assodato, sono stati conservati a temperatura ambiente per due anni è estremamente improbabile ricavare alcunché da questo materiale ma per coerenza bisognerà eventualmente fare un tentativo”.

Le speranze della difesa di Massimo Bossetti

Ma dunque, mettendo da parte i 54 campioni probabilmente andati distrutti e che hanno rappresentato la prova principe contro Massimo Bossetti, potrebbero esserci altri campioni utili? I 54 campioni farebbero riferimento solo a slip e leggins di Yara Gambirasio ma come ricorda il genetista Capra, i Ris hanno analizzato campioni prelevati da tutti gli indumenti della vittima: “Saranno un centinaio almeno di altri campioni che per noi hanno un interesse inferiore anche se non nullo, mentre i 54 campioni sono per noi importanti ma analizzando gli altri campioni si potrebbe magari trovare un Ignoto 2”.

“Quello dei 54 campioni è un danno gravissimo”, ha aggiunto il genetista, pur non ignorando comunque la presenza di Massimo Bossetti. La loro speranza è “avere dei dati in mano di reperti che ho visto e che posso aver contribuito ad analizzare, cosa che non è mai avvenuta”.