Massimo Bossetti continua a ribadire la sua innocenza. Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, l’ex muratore di Mapello sta scrivendo un libro sulla sua vicenda. Ha cominciato a scriverlo nell’ottobre dello scorso anno, nel carcere di Bergamo, dopo la sentenza della Cassazione che lo aveva condannato definitivamente all’ergastolo. Dopo il trasferimento a Bollate, avvenuto lo scorso maggio, Massimo Bossetti ha continuato a scriverlo. Lo fa ogni giorno, su decine e decine di fogli protocollo, spesso esprimendo i suoi pensieri a stampatello. Ne parla Il Giorno, spiegando che il memoriale parte dal giorno dell’arresto, avvenuto il 14 giugno del 2014, mentre era al lavoro in un cantiere a Seriate. Non mancherebbero flashback sugli anni felici vissuti con la moglie Marita e i tre figli. «L’idea è quella di un libro a quattro mani, alternandoci un capitolo io e uno Massimo», ha spiegato il suo storico difensore, l’avvocato Claudio Salvagni. Il legale ha raccontato che finora Massimo Bossetti ha riportato non solo i fatti, ma anche i suoi sentimenti. «Le speranze deluse, la rabbia che prova, da innocente».
MASSIMO BOSSETTI “NON HO UCCISO YARA GAMBIRASIO”, E SCRIVE LIBRO
L’avvocato Claudio Salvagni si occuperà del racconto della battaglia legale, ma senza riproporre gli atti giudiziari. «Si è rivelata come qualcosa di immenso – riporta Il Giorno – una battaglia contro il sistema che si è chiuso a riccio e non ha consentito di esercitare appieno la difesa». Ma Massimo Bossetti ha scritto una lunga lettera anche a Marco Oliva, conduttore di Telelombardia. Si è firmato come “prigioniero di Stato”. È un’occasione per chiedere che chi custodisce i reperti del suo caso garantisca la massima conservazione. «Che non vengano distrutti come accaduto in altri casi, affinché un domani la mia difesa possa fare un’ulteriore accurata indagine». E Massimo Bossetti cita anche la strage di Erba, con i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati all’ergastolo. «Il timore che possano andare irrimediabilmente distrutti è alto, basti vedere quanto è avvenuto nel caso di Rosa e Olindo». E ha concluso ribadendo di non c’entrare nullo con il delitto: «Lo ripeto e lo ribadirò finché ne avrò le forze, non sono io la persona che ha ucciso la piccola Yara, non ho minimamente idea di cosa potrebbe essere successo».