Non è solo la malconservazione dei campioni di Dna sul corpo e sui vestiti di Yara Gambirasio a gettare ombre sul processo per omicidio per il quale Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo. Sono diversi gli aspetti poco chiari e Giovanni Terzi su Libero li ha ricordati. “Soltanto chi si trincerava dietro un commento semplicistico […] poteva non vedere quante stranezze ha avuto questo procedimento penale“. Il riferimento è alle celle telefoniche: il cellulare di Bossetti non è mai stato tracciato vicino alla palestra che è stato il luogo della scomparsa della ragazza.



Ma si cita anche il furgone che girava attorno alla palestra di Brembate, con le modifiche “per motivi di comunicazione“, come riferito in udienza, e reso simile a quello di Massimo Bossetti. Quindi, la prova regina, quella del Dna, che non poteva essere ripetuta, ma presa come fatto e non come prova dalla procura. C’è poi l’interrogatorio del 6 agosto 2014, in cui il pm Letizia Ruggeri, per la quale è stata richiesta l’iscrizione nel registro degli indagati per la questione del Dna, a proposito di quest’ultimo diceva “lo sa che è anche tanto“.



NON SOLO DNA: LE ALTRE ANOMALIE SU CASO BOSSETTI-YARA

Quindi, il pm Letizia Ruggieri affermava nella fase dell’interrogatorio per la convalida dell’arresto di Massimo Bossetti che le tracce del Dna erano copiose, eppure quell’unica prova trovata sugli slip di Yara Gambirasio si è improvvisamente esaurita. Infatti, per la mancanza di Dna anche la sentenza di secondo grado spiegava che era impossibile eseguire il test in contraddittorio, negandolo per l’esaurimento dei campioni. “Il materiale genetico era stato consumato nel corso delle varie consulenze“, si legge a pagina 169 della sentenza di primo grado. Pure la Cassazione anni dopo ha confermato la mancanza del Dna. Quando il 26 novembre 2019 la difesa ha chiesto nuovamente l’accesso ai campioni del Dna, ottenendo l’autorizzazione, non sapeva che il pm aveva chiesto già di spostare le provette, che ora sono inutilizzabili. Libero riporta anche uno stralcio dell’interrogatorio del 10 marzo 2021 al pm Letizia Ruggeri, dopo l’esposto della difesa di Massimo Bossetti sul comportamento del pm, da cui si evince che la comparazione del Dna non è stata ripetuta. Quando le fu chiesto come mai non fossero state approfondite alcune indagini, Ruggeri rispose che “la stampa pressava“.

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