Quarto Grado ha dato ampio spazio ieri sera al caso di Yara Gambiraso e di Massimo Bossetti. Sono molti quelli convinti che la vicenda riguardante il muratore bergamasco possa clamorosamente riaprirsi come avvenuto per la strage di Erba, a cominciare dai legali difensori dello stesso Bossetti, secondo cui vi sarebbero ancora dei reperti importanti che non sono stati mai esaminati dalla difesa.



“Tre scatoloni sigillati – spiega Claudio Salvagni, uno degli avvocati dell’omicida – che a loro volta contenevano delle buste chiuse ma non sigillate, sono stati aperti, analizzati tutti e poi richiusi con la cera lacca”. Si fa riferimento a tre scatoloni custoditi nel tribunale di Bergamo in cui si trovano i reperti della giovane Yara Gambiraso, trovata cadavere nei campi di Chigonolo d’Isola.



MASSIMO BOSSETTI, MATERIALE GENETICO IGNOTO 1 VERRÀ RIANALIZZATO? COSA C’E’ NELLE SCATOLE

In quelle buste vi è ciò che di fatto ha permesso di condannare in via definitiva il muratore Bossetti, c’erano infatti le calze, le scarpe, il giubbotto, la maglietta, gli slip di Yara su cui è stata trovata la famosa traccia dove è stato isolato il dna dell’assassino, il cosiddetto ignoto 1 che è stato identificato dopo anni di ricerca come Bossetti.

I suoi legali hanno potuto prendere visione delle buste ma senza analizzare il contenuto: “Dopo 10 anni finalmente abbiamo visto questi reperti che ci sono sempre stati negati”, aggiunge Paolo Camporini, altro legale di Bossetti. Gli avvocati chiedevano di ripetere l’analisi del materiale genetico trovato sui reperti, risposta sempre negata in quanto non vi era più materiale genetico sui reperti. Ma oggi i legali nutrono la speranza di una svolta: “Oltre alle famose 54 provette con dentro il dna di ignoto 1 c’erano anche 23 ulteriori provette, quindi questo significa che la concentrazione era elevata, invece ci è sempre stato detto che le analisi erano irripetibili, quindi gli esami si possono ripetere”.



MASSIMO BOSSETTI, MATERIALE GENETICO IGNOTO 1 VERRÀ RIANALIZZATO? LE PAROLE DI GIORGIO CASARI DEL 2013

Il materiale genetico c’è di conseguenza le analisi si possono rifare, convinzione granitica dei legali del muratore di Brembate, e già Giorgio Casari, consulente della procura che aveva analizzato le provette nel 2013 lo aveva confermato al telefono di Quarto Grado: “Di materiale ce ne è ancora, variamente misto”, disse all’epoca. Visionare i reperti è però un solo passo e gli avvocati si preparano a fare una nuova istanza, con la speranza di chiedere la revisione di processo: “Noi possiamo farla se abbiamo delle novità, siamo avvocati seri”.

Chissà se si riapriranno ancora quegli scatoloni per dare la risposta definitiva sull’identità di Ignoto 1, cosa che ovviamente spera Massimo Bossetti che si è sempre dichiarato innocente, dicendosi totalmente estraneo alla vicenda: possibile che sia andata veramente come dice il muratore di Brembate o è stato davvero lui ad uccidere Yara Gambiraso? Attendiamo le prossime settimane per capire se vi saranno delle novità che a questo punto potrebbero rivelarsi clamorose.