Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, si è visto respingere nel mese di maggio da parte del tribunale di Bergamo l’istanza di riesaminare il DNA sui corpi dei referti. Se ne è parlato nella puntata odierna de “La Vita in Diretta, durante la quale è stata letta una missiva scritta dal muratore al giornalista di “Libero” Giovanni Terzi. “Speravo che andando avanti le cose prendessero una giusta via, avendo la corte di Bergamo autorizzato i miei legali a visionare i reperti. Non so più a chi e in che modo mi debba rivolgere per essere capito”. L’avvocato di Bossetti, Salvagni, ha annunciato il ricorso in Cassazione, e secondo Terzi il provvedimento del tribunale orobico è “incomprensibile. Per quale motivo visto che c’è sostanza di DNA, si è detto di no?“. Il magistrato Ines Pisano, in collegamento web, ha risposto al quesito: “Non è stato mai detto di sì al DNA, ma solo all’autorizzazione a visionare i reperti. Per come è configurata la legge italiana, quando il reperto è deteriorato è una pietra tombale. Già il processo di primo grado del 2015 con la consapevolezza dei difensori ha acclarato che i reperti 31 e 17 sono andati deteriorati nei numerosi accertamenti a cui sono stati sottoposti”.